giovedì 19 dicembre 2013

Bollettino parrocchiale Natale 2013



Informiamo la comunità parrocchiale che è disponibile online il nuovo numero del nostro bollettino parrocchiale Voce... della comunità, liberamente scaricabile dal seguente indirizzo:
Dallo stesso indirizzo possono essere prelevati anche tutti i numeri usciti finora, semplicemente cliccando sul link corrispondente.
Il file verrà scaricato in formato PDF zippato.


Voce... - Dicembre 2013
In questo numero
  • L'angolo di Don Giuseppe: Il Natale nella famiglia degli uomini
  • Note in margine al percorso di formazione per adulti
  • Cosa si può fare di più per la parrocchia?
  • Angelina ringrazia la Comunità Parrocchiale
  • In 3 domande: intervista a don Alessandro
  • Sintesi dell'incontro del Consiglio Pastorale Vicariale
  • Grazie a Tommaso Debellis il coro c'è!
  • Fede, Speranza... Caritas
  • L'angolo del D.V.: Papa Francesco parla del Difensore del Vincolo


sabato 14 dicembre 2013

Ricordo di don Rocco Passiatore


 Martedì  10 dicembre 2013 la parrocchia di santa Lucia ha voluto ricordare il suo primo parroco don Rocco Passiatore.
L'appuntamento era inizialmente previsto per il 1 settembre, data del cinquantesimo anniversario della sua morte, poi per varie ragioni è stato necessario posticiparlo e la Commissione Famiglia-Cultura ha preferito includerlo nel programma per i festeggiamenti in onore di santa Lucia.
Il prof. Franco Giannini ha tracciato una breve biografia di don Rocco Patrizio Passiatore, nato il 20/03/1878 da Vito (proprietario) e Marianna Milano (filatrice).
Un quadro ricavato soprattutto esaminando atti ufficiali o fotografie; dopo tanti anni sono purtroppo scarse le testimonianze di chi lo ha conosciuto direttamente.
Don Rocco viene ordinato sacerdote il 5 agosto 1901 e nel settembre 1919 partecipa alla fondazione della sezione gioiese del Partito Popolare (fondato a gennaio dello stesso anno da don Luigi Sturzo) insieme all'arciprete Giove, l'avvocato Sciscio, Marcellino Cassano e Vito Boscia.
Agli inizi del 1900 Gioia aveva una popolazione di circa ventimila abitanti e una sola parrocchia, la Chiesa Matrice, con una crescita notevole dopo la prima guerra mondiale, arrivando alle ventiseimila unità nel 1921. In quegli anni l'Arcivescovo di Bari mons. Giulio Vaccaro decide di elevare a parrocchia i nuovi quartieri cittadini che si stavano espandendo in direzione Est e Ovest, facendo costruire la chiesa di Santa Lucia e quella dell'Immacolata di Lourdes, entrambe completate nel 1919.
Don Rocco passiatore viene nominato primo parroco di santa Lucia il 3 febbraio 1920, incarico che porterà avanti per quasi quarant'anni.
I primi tempi non sono facili perché la nuova parrocchia non ha soldi e ci sono molti lavori da completare. Tra l'altro l'arciprete Francesco Paolo Giove si mostra contrario allo smembramento del territorio della Chiesa Madre e restio a cedere i suoi poteri sui territori delle nuove parrocchie e i relativi introiti.
Don Rocco Passiatore e don Sante Milano (parroco dell'Immacolata) sono costretti a rivendicare dall'arciprete il denaro necessario per il completamento delle loro parrocchie e i bisogni materiali dei fedeli.
Don Rocco si rivolge più volte anche al Comune, che il 18 maggio 1920 concede al parroco un sussidio di 150 lire per la costruzione della chiesa di S. Lucia che secondo il progetto originale avrebbe dovuto estendersi fno ai margini dell'attuale via Roma, soluzione accantonata per mancanza di fondi.
Nell'ottobre del 1924 don Rocco fa sistemare il sagrato della chiesa, arricchendola di arredi e suppellettili. Notevole l'altare in marmo policromo rappresentante la Sacra Famiglia sormontata dall'Eterno Padre, un trittico in cartapesta realizzato nel 1925 dal cav. Raffaele Caretta di Lecce a devozione dei coniugi Pavone. Di fronte troviamo un altro altare in marmo policromo che racchiude la statua del Cuore di Gesù e santa Margherita Alacoque, anch'esso realizzato nel 1925.
Nel 1929 il nuovo Arcivescovo mons. Augusto Curi effettua la visita pastorale a Santa Lucia.
Dal 24 novembre all'otto dicembre dello stesso anno i Padri Passionisti che predicano le Sante Missioni nella parrocchia, come ricordato dalla croce metallica posta in ricordo sulla facciata della chiesa.
Nel 1933 l'arciprete Francesco Giove ha una paralisi e viene costituito un direttorio per l'amministrazione della Chiesa Matrice e dei suoi beni, composto dai due parroci don Sante Milano e don Rocco Passiatore, da don Santino Milano, don Michele Buttiglione e don Leonardo Capurso.
Nel 1944 durante la visita dell'Arcivescovo Mimmi l'arciprete don Tosco denuncia rapporti tesi con gli altri parroci e lo scarso impegno pastorale di don Rocco, reo a suo dire di non essere prontamente accorso di notte, lasciando morire dei parrocchiani senza sacramento. Una accusa probabilmente infondata, di cui non troviamo ulteriori particolari o notizia di provvedimenti disciplinari per cui rimane avvolta nel dubbio e forse dovuta solo a rancori e gelosie personali.
All'epoca tutte le statue dei santi erano ospitate presso la Chiesa Matrice e venivano portate nelle altre parrocchie solo in occasione delle processioni; in pratica si svolgevano ogni volta tre processioni: dalla chiesa Madre a santa Lucia; la processione di santa Lucia; da santa Lucia alla chiesa Madre.
Don Rocco volle fortemente che la statua di santa Lucia potesse restare nella sua parrocchia, entrando in contrasto con i parroci succedutisi nella chiesa Matrice: prima don Nicola Tosco, poi don Franco Di Maggio. Solo con don Mimì Padovano ogni parrocchia ha potuto conservare le proprie statue.
Di sicuro i parrocchiani conservano un buon ricordo di don Rocco e della sua intensa attività pastorale, come testimoniato anche nel testo della sua pagellina funebre e in una pubblicazione realizzata dalla parrocchia in occasione del suo giubileo sacerdotale il 5 agosto 1951. Molti ricordano ancora la sua abitudine di donare caramelle ai chierichetti.
A settembre del 1951 muore don Sante Milano e anche don Rocco partecipa al funerale del confratello con cui ha diviso la difficile esperienza di far nascere una nuova comunità parrocchiale.
Don Rocco rimarrà parroco di S. Lucia fino al 26 giugno 1959, data in cui lascia il suo incarico a don Paolo Meliota.
Muore il 1 settembre 1963 e il suo corpo riposa nel cimitero di Gioia, con la semplice iscrizione "parroco di S. Lucia". I suoi eredi hanno donato alla Biblioteca comunale un centinaio di libri della sua biblioteca personale. In sua memoria il comune di Gioia ha intitolato la strada che costeggia il Teatro di Santa Lucia, da lui fatto costruire.



giovedì 12 dicembre 2013

Angelina ringrazia la comunità

Riporto la toccante lettera che Angelina ha inviato alla nostra comunità per ringraziare chi è stato vicino a lei e alla sua famiglia in questi mesi difficili per la malattia e la morte di suo marito Nicola.


 Angelina ringrazia la Comunità parrocchiale di Santa Lucia

 Sento il dovere di ringraziare pubblicamente la mia, la nostra, comunità che mi è stata particolarmente vicina nei cinque mesi più difficili della mia vita, vissuti in gran parte nell’Istituto Nazionale Tumori di Milano.
Quel “particolarmente” non è formale, ma rispecchia i diversi, originali , modi in cui questa vicinanza si è manifestata, li descriverò ringraziando coloro che porterò sempre nel cuore.
Grazie a Don Giuseppe e alle sue sorelle, con il primo ho avuto un fitto scambio di sms che hanno incoraggiato, compreso, condiviso e placato dolori, paure, dubbi, le seconde con le loro preghiere e uno splendido vassoio di dolcezze hanno saputo lenire lo sconforto di ritrovarsi soli intorno a un tavolo con una sedia vuota.
Grazie alle mie “colleghe” catechiste Enza, Emilia, Antonella, Marina, Piera, Teresa, ad Antonio e don Alessandro che con telefonate, messaggi scritti e orali anche su internet e facebook, mi hanno fatto sentire il calore dell’amicizia nata dalla condivisione di una fede, grazie a tutti coloro che con preghiere comunitarie (Rocco, Caterina, Francesca, Maria e il suo gruppo) o personali, e qui racchiudo i tanti che non ho citato, hanno chiesto a Dio di esserci vicino.
Le loro preghiere non sono state vane il mio Nicola, ha sperato prima, ha capito poi, ha accettato e pregato in fine……. e Dio era con lui.
Ora entrambi hanno un grande compito: aiutare chi resta a ritrovarli negli altri, a trovare quella consolazione che, come ha detto don Giuseppe per il trigesimo, è tanto difficile dare.
Grazie a Vito e Gianni, agli amici della redazione per avermi concesso lo spazio sui blog e sul giornale. 

   Angelina Passiatore De Mattia

lunedì 9 dicembre 2013

Incontro su don Rocco Passiatore



Martedì 10 dicembre dopo la messa vespertina (ore 19.30 circa) nella chiesa di Santa Lucia ci sarà un incontro su don Rocco Passiatore, primo parroco della nostra comunità, organizzato dalla
Commissione Famiglia e Cultura
e tenuta dal prof. Francesco Giannini. in occasione del Cinquantenario della morte.
Una occasione per poter conoscere meglio questo sacerdote che tanto ha dato alla nostra parrocchia.
La partecipazione è aperta a tutti.
Si invita chi ha avuto la possibilità di conoscere don Rocco Passiatore di intervenire per condividere i propri ricordi.

giovedì 5 dicembre 2013

Adulti AC - seconda tappa percorso

 Mercoledì 4 dicembre 2013 si è svolto alle ore 19.30 presso la parrocchia Immacolata il secondo incontro del percorso interparrocchiale di Azione Cattolica, curato dall'AC della parrocchia di Santa Lucia.
Tema della serata "La verità della Chiesa sulla giustizia. Annunciare ciò che è giusto. L'uomo oggi cerca la giustizia? Quale?" ossia il rapporto tra Chiesa e giustizia, affrontato con l'aiuto di Mons. Nicola Dileo, giudice presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese (oltre che ex parroco e ex insegnante), che ha saputo miscelare sapientemente citazioni evangeliche e filosofiche con aneddoti divertenti, riuscendo a tenere viva l'attenzione del pubblico.
Il relatore ha esordito confessando di avere un effetto soporifero sugli astanti e di tendere a dilungarsi troppo. Un modo simpatico per rompere il ghiaccio e per entrare subito in sintonia con il pubblico, che invece lo ha seguito con vivo interesse. Ha parlato a braccio, arricchendo la sua esposizione con citazioni di autori famosi.

Don Nicola ha cominciato il suo lungo viaggio su Chiesa e giustizia (che proverò a sintetizzare!) dal Discorso della montagna narrato nel Vangelo di Matteo, elencando le antinomie (avete udito... ma io vi dico) che prospettano un diverso modo di intendere la giustizia. Non più quella degli scribi e dei farisei, basata su regole troppo rigide, imposte solo agli altri, ma una giustizia superiore. Quella che il teologo Dietrich Bonhoeffer indicava con il termine greco "perisson" (? grafia incerta)  che indica ciò che sta fra l'ordinario e il soprannaturale.
Il cristiano deve andare al di là della linea di demarcazione, del naturale. Il Signore ci chiede una giustizia superiore.
Nella Bibbia la parola giustizia ha tre livelli:
  • rettitudine,
  • conformità alla volontà di Dio,
  • essere amici di Dio.
Per gli ebrei i Giusti sono coloro che si pongono in sintonia con Dio e aiutano gli altri.
Dopo la seconda guerra mondiale il termine viene usato anche per indicare coloro che si sono impegnati per salvare il popolo ebreo dalla repressione nazista.

Sant'Agostino diceva con decisione  che "Dove non c'è la giustizia non esiste lo stato" e che "I grandi imperi sono dei grandi furti e senza la giustizia coloro che governano sono solo una banda di ladri.
Egli divideva la storia dell'uomo in 6 periodi:
  • da Adamo a Noè;
  • da Noè a Davide;
  • fino alla deportazione babilonese;
  • fino a Cristo;
  • l'ultima venuta alla Fine dei tempi.
Diceva anche che ci sono due modelli: chi ama Dio fino a disprezzare se stesso (Abele) e quelli che hanno l'amore di sè fino al disprezzo di Dio (Caino, la città del demonio). Citava anche l'episodio dell'incontro tra Alessandro Magno e un pirata in cui quest'ultimo faceva notare al grande condottiero come in fondo tra loro non ci fosse molta differenza: uno conquistava e saccheggiava nazioni, l'altro depredava le navi. In fondo entrambi rubavano.
Anche secondo Santa Caterina l'ingiustizia è amare se stessi fino a disprezzare Dio.

La giustizia è dare a ciascuno ciò che è suo. Può essere commutativa (io dò a te e tu a me), distributiva (evitare i contrasti tra chi ha troppo e chi troppo poco) oppure retributiva (data in rapporto al merito di ciascuno).
Secondo San Tommaso d'Aquino esistono tre tipi di leggi:
  • la legge degli uomini;
  • la legge naturale (che riusciamo a cogliere istintivamente con la nostra ragione, l'imperativo categorico di Kant);
  • la legge di Dio.
Le leggi ci impediscono di fare il male. Esse derivano secondo Hobbes dal contratto sociale, un accordo per ubbidire a un solo uomo, stabilito per impedire agli uomini di distruggersi a vicenda.
Senza verità non può esserci giustizia.
Pico della Mirandola nel De dignitate hominis dice che due sono le cose necessarie: il sole e la verità.
Ma il danno maggiore viene se si oscura la verità.
Quando Dio ha creato l'universo ha dato un posto ad ogni cosa, ad ogni creatura. Poi ha creato l'uomo e lo ha messo al centro dell'universo, dandogli il libero arbitrio, il potere di innalzarsi fino agli angeli o degradare fino alle bestie). L'uomo è ciò che sceglie di essere.

La Gaudium et spes sottolinea che non dobbiamo chiedere a nessuno il diritto di essere liberi. La giustizia richiede un'opera di liberazione del fratello, unita alla misericordia e al perdono. Anche il perdono fa parte della giustizia che non deve essere fredda esecutrice delle leggi.
Nessuno si salva da solo. L'altro non è un impedimento, ma diventa l'interlocutore della tua anima.
In Dio giustizia e misericordia vanno insieme, non c'è contrapposizione.
Giustizia è anche accorgersi dei poveri:
  • poveri di età (troppo piccoli o troppo vecchi);
  • poveri di amicizia (solitudine);
  • poveri di mezzi;
  • poveri di cultura
  • e anche chi è tanto povero da non sapere di cosa ha bisogno.
Non ci capiamo più, ci siamo scavati dei solchi di anonimato in cui non siamo nessuno.

Per concludere don Nicola ha raccontato una favoletta e altri aneddoti divertenti della sua lunga esperienza come parroco.
Un giorno la paura entrò in un villaggio e tutti si chiusero nelle loro case, abbracciandosi, chiudendosi con cura per non farla passare.
La paura bussava alle loro porte, ma nessuno osava aprire. Tutti si nascondevano.
Dietro l'ultima porta c'era la Fede. Aprì la porta e subito la paura scomparve.

Al termine dell'incontro Gianni Fraccalvieri ha ringraziato don Nicola per questo incontro che ci ha arricchiti tutti, sottolineando la bella definizione di giustizia come costante e perpetua volontà di dare a ciascuno ciò che è suo.
Giustizia anche come dovere di denunciare le ingiustizie, di aiutare le nuove generazioni a far crescere il senso critico e il senso della legalità.


Non sempre ciò che è legale è anche giusto. La cosa peggiore è non servire a niente.
Tutti abbiamo il diritto di essere amati e il dovere di amare.

Don Marino De Caro ha sollecitato ad evitare il vittimismo e la tendenza a lamentarsi: se vuoi che il tuo paese sia pulito, non criticare chi non fa niente, ma impegnati in prima persona. Se ognuno mantiene pulito davanti a sè, nel suo piccolo, la città è pulita.

Filippo Gisotti ha chiesto se il dovere di amare è in contrasto con il libero arbitrio.
Nessuno può vivere da solo e dobbiamo sentirci in dovere di aiutare l'altro. La nostra libertà è libertà di fare il bene (non di fare il male).
Se non puoi essere utile a tutti; sii utile almeno a qualcuno.  Sii utile almeno a te stesso.

Antonio Notarnicola ha chiesto se nella realtà odierna prevale solo l'umano o nella chiesa c'è anche il sacro. C'è la speranza nella chiesa?
Dobbiamo capire cosa è umano. Ormai ognuno si arrangia come può senza pensare agli altri e questo non è umano.

mercoledì 4 dicembre 2013

Incontri in Libreria - dicembre 2013

Continuano gli Incontri in Libreria presso la Libreria per San Paolo di Gioia del Colle, via Ludovico Ariosto 43.

 Programma dicembre 2013

Incontri in Libreria - dicembre 2013