martedì 28 ottobre 2014

Prima tappa Cammino interparrocchiale AC 2014-15





Venerdì 24 ottobre 2015 si è svolto il primo incontro del percorso per adulti (aperto a tutti) organizzato dall'Azione Cattolica interparrocchiale di Gioia .
Il programma prevedeva una Lectio divina sul Vangelo di Marco (Mc 6,45-52), icona del percorso associativo di quest'anno, tenuta da mons. Francesco Cacucci, ma il nostro pastore ha preferito invece riprendere alcuni temi affrontati nell'ultima Assemblea Diocesana , parlando a braccio.Tanti gli spunti di riflessione offerti per l'approfondimento personale, in maniera forse un po' frammentaria e colloquiale.Il vescovo ha ricordato che il 2015 sarà l'anno pastorale dedicato alla carità, incentrato sulla figura di Nicodemo, personaggio un po' in penombra all'interno della Chiesa, nonostante venga citato ben tre volte all'interno del Vangelo di Giovanni (Gv 3, 1-13; Gv 7, 45-53; Gv 19, 38-40).
Nicodemo è un personaggio simbolo della persona alla ricerca di Gesù; infatti viene ricordato soprattutto per la sua visita di notte per parlare con il Maestro.
Ma è anche colui che, insieme a Giuseppe di Arimatea, cala Gesù dalla croce e offre una notevole quantità di costose mirra e aloe per preparare il suo corpo per la sepoltura.
Scena immortalata da Michelangelo Buonarroti nella scultura nota come Pietà Bandini, in cui Nicodemo sorregge il corpo di Gesù morto, prendendo il posto solitamente occupato dalla Madonna. Un'opera realizzata dallo scultore in età senile per la propria tomba e purtroppo in parte mutilata dall'autore, che in vecchiaia era spesso insoddisfatto del proprio lavoro, al punto da tentare di distruggere alcune opere.

Mons. Cacucci ha poi ricordato che la Chiesa si sta preparando per il Convegno Ecclesale di Firenze del novembre 2015 e l'impegno del beato Paolo VI per il Concilio e per la carità. Sua infatti fu l'intuizione di fondare la Caritas oltre quarant'anni fa, un organismo che non deve limitarsi a dare aiuto o fare beneficienza, ma deve riflettere una nuova visione della Chiesa. Non fare solo assistenzialismo, ma avere una funzione pedagogica e prendere parte alle celebrazioni liturgiche.
In precedenza in tanti si sono occupati di aiutare i poveri; tra gli altri san Vincenzo dei Paoli, il cui impegno era in parte dovuto al desiiderio di espiare i peccati commessi in gioventù, in particolare la sua vergogna per il padre povero.
Si racconta che un noto professore della Sorbona, ateo e angosciato da mille problemi, si sia recato un giorno da san Vincenzo per confessarsi ed egli abbia chiesto a Dio di passare su di lui l'angoscia e la disperazione dell'uomo.


La carità è un dono di Dio da accogliere, deve essere servizio, fede in azione.
Non fonte di conflitti interni e contrapposizioni, come spesso accade in molte realtà ecclesiali che si mettono in competizione moltiplicando le iniziative solo per sentirsi bravi, per farsi notare.
Non devo fare carità per un mio bisogno psicologico, per un mio bisogno affettivo, per sentirmi bene io, gratificato.
Bisogna combattere la tentazione dell'autoreferenzialità; è sbagliato esaltare il proprio lavoro, la propria mensa, senza tener conto di quello che fanno gli altri.
Vincere la tentazione dell'orgoglio se sono lodato o dello scoraggiamento se vengo criticato.
Papa Benedetto XVI nella sua enciclica Deus Caritas est ribadiva la differenza tra eros e agape, ricordando che le nostre azioni vanno orientate verso l'Agape, l'amore profondo.
Nel colloquio che conclude il vangelo di Giovanni Gesù per tre volte chiede a Pietro "Mi ami tu" e questi risponde ogni volta "lo sai che ti voglio bene", incapace di amare con tutto il cuore. Gesù accetta il suo limite e gli chiede di seguirlo, scende al suo livello.
Un'esperienza che tutti noi abbiamo provato. Da solo non ce la puoi fare senza l'aiuto di Dio. Senza l'esperienza della povertà, di non sentirsi autosufficienti, non possiamo vivere pienamente la nostra fede. Occorre amare con tutto il cuore, orientare tutto verso Dio, imparare a pregare.
Sapersi dare un limite, senza cadere nell'ingordigia, nel voler fare troppo per mettersi in mostra. Quando allatta un bambino la madre sa quando fermarsi per evitare che cada nell'ingordigia, nel volere troppo. Sa che se esagera poi sta male.
Non fermarsi al piacere egoistico, al nostro orgoglio. La carità non è mai a senso unico.



Bollettino parrocchiale Novembre 2014






Informiamo la comunità parrocchiale che è disponibile online il nuovo numero del nostro bollettino parrocchiale Voce... della comunità, liberamente scaricabile dal seguente indirizzo:
Dallo stesso indirizzo possono essere prelevati anche tutti i numeri usciti finora, semplicemente cliccando sul link corrispondente.
Il file verrà scaricato in formato PDF zippato.

 Voce... - Novembre 2014

In questo numero

  •     L'angolo di Don Giuseppe: Riparte il nuovo anno catechistico
  •     Essere prete anche a scuola
  •     Note in margine all'incontro interparrocchiale per famiglie
  •     Il sinodo visto da un canonista
  •     Il "caso " editoriale: Non è Francesco di Antonio Socci
  •     Rimettiamoci in cammino!
  •     Non è Francesco?