giovedì 19 novembre 2015

AC - Catechesi biblica 16_11_2015

Si è svolto lunedì 16/11/2015 presso la parrocchia Immacolata il primo incontro organizzato dall'Azione Cattolica interparrocchiale, un'esperienza significativa che si è scelto di ripetere anche quest'anno.
Una catechesi biblica tenuta da don Lino Modesto, parroco al S. Salvatore di Loseto, parrocchia in cui ha operato anche il nostro compianto don Vito Marotta, incentrata sul tema associativo annuale "Si alzò e andò in fretta" (Lc 1,39-56).
Dopo un breve introduzione al cammino interparrocchiale di quest'anno, si è svolto un momento di preghiera e la lettura del brano biblico.
Don Lino ha ringraziato per l'invito e sottolineato che prepararsi per gli altri spinge a riflettere in maniera più approfondita sul testo sacro per capire cosa comunicare e come farlo nella maniera migliore.
Spesso accogliamo la Parola solo in parte, tralasciando quel che non ci fa comodo. Invece dovremmo prendere Gesù così com'è sempre, essere obbedienti alla parola anche quando non ci va a genio.
Il brano di Luca fa parte dei cosidetti "vangeli del'infanzia" che hanno lo scopo di spiegarci chi è Gesù, da dove viene. Bisogna accostarsi a questi testi non per trovare una cronaca puntuale degli avvenimenti, ma per comprendere il mistero profondo del Dio che viene a visitare il suo popolo.
Non a caso sono state trovate delle analogie tra questo testo e quello del trasporto dell'Arca dell'alleanza. Entrambi non vanno letti con un atteggiamento cronachistico, ma in una prospettiva cristologica/ecclesiologica.
Partiamo dal versetto 45 in cui Elisabetta dice "Beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto".
Maria è il modello di ogni credente. Non solo beata per essere stata la madre di Gesù, ma anche per essere stata la prima credente, aver ascoltato la Parola.
Beata perchè ha saputo accogliere le parole del Signore, per la sua fede.
Maria non accetta passivamente il suo ruolo, pone domande all'arcangelo Gabriele, chiede "come avverrà". Credere non significa smettere di porsi domande.
Dopo lo stupore e i dubbi, Maria accoglie con gioia l'annuncio, dà la sua disponibilità con prontezza e con gioia. La sua fede continua fin sotto la croce, lei è la primizia dei credenti.
La fede di una comunità e di un credente è il punto di partenza per una chiesa in uscita, una chiesa missionaria.
Le nostre comunità sono luoghi autentici di fede? La gioia del Vangelo è di casa nei nostri incontri e nella nostra vita? Che gioia potremo comunicare agli altri se non c'è in noi?
Maria è stata prima di tutto discepola, credente, oltre e forse più che madre di Gesù.
"Maria si alzò", sottolinea l'evangelista Luca per indicare che ha vissuto un incontro, un'esperienza di resurrezione. Non può trattenere per sè il dono di Dio, lo comunica agli altri come Dio fa con l'uomo. Dio è Parola pronunciata per l'eternità.
Chi incontra Dio non può trattenerlo per sè, deve diventare dono per gli altri.
Gesù dice infatti a Maria Maddalena "non mi trattenere".

Maria partì "in fretta"; chi è inserito nel progetto di Dio avverte l'urgehnza del progetto salvifico.
Nel brano non viene specificato il nome del paese di Giuda dove viveva Elisabetta, la città non è importante per il suo nome, ma per il cammino verso di essa.
Maria è chiamata a uscire da sè, dalla sua casa, dalla sua esperienza di ogni giorno.
Anche Gesù è sempre in cammino, sempre per strada, nelle piazze; visse il suo ministero in cammino di villaggio in villaggio, verso la città, verso il luogo della convivenza umana.
Anche noi siamo chiamati a uscire dalle nostre chiese, a offrire a tutti la bellezza del Vangelo, a non rinchiuderci nelle nostre chiese e sacrestie mentre fuori c'è una moltitudine di affamati. La nostra pastorale è ancora troppo incentrata sulla parrocchia e poco sulle strade, nelle piazze.

Maria si muove verso la città, un movimento che dovremmo vivere anche noi. Dovremmo vivere la città, il quartiere, portare la nostra testimonianza anche fuori della Chiesa, dove siamo inviati come lievito.
Maria va a portare il dono che ha ricevuto, un Dio che si dona dall'eternità per l'umanità.
Uscire per annunciare non noi stessi, ma la gioia del Vangelo, del regno di Dio.
Al n. 49 della Evangelii Gaudium papa Francesco scrive "preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti."

Il regno di Dio è il centro e non appartiene solo a noi.
Ci sono anche tanti cristiani anonimi, che vivono il regno di Dio senza saperlo, senza neanche conoscere Gesù, ma vivendolo comunque nella loro vita.
Ricordiamo nell'antico testamento il ruolo del re Ciro, pagano che non conosceva Dio, ma divenne il suo strumento per la liberazione del popolo di Israele e il suo ritorno a Gerusalemme.
Il regno non appartiene a noi, chiamati solo ad annunciare l'opera di Dio tra noi.
Quante occasioni perse in nome della nostra autoreferenzialità, troppo presi da noi stessi da rallentare l'avvento del regno di Dio.
Maria parte "in fretta", come i discepoli inviati poi da Gesù; l'urgenza della salvezza chiede di partire senza prepararsi o portare trope cose con sè. Uscire forse un po' più poveri, un po' più svestiti, assumere anche la povertà dei mezzi perchè abbiamo un tesoro in vasi di creta.
"Come vorrei una Chiesa povera, per i poveri" ci ha ricordato papa Francesco fin dall'inizio del suo pontificato, invitandoci a scegliere la povertà, la condivisione con gli ultimi, con i poveri.
San Vincenzo de' Paoli nella sua opera assistenziale costituì inizialmente le dame della carità, solitamente donne ricche che aiutavano gli altri, però spesso guardandoli dall'alto in basso, senza cambiare il loro stato sociale (e il loro cuore). In seguito fondò le figlie della carità, non solo inviate ad alleviare le sofferenze degli altri, ma anche invitate a vivere la povertà nella propria vita.
In fretta diventiamo pane spezzato, condiviso senza fare calcoli o progetti.
Maria si presenta con umiltà, senza arroganza, quasi in silenzio. Luca non ci racconta cosa ha fatto nei tre mesi che è stata accanto a Elisabetta.
L'annuncio del Vangelo non deve avvenire con arroganza, con troppo zelo, diventando invadenti e mortificando gli altri. Dobbiamo centellinare la testimonianza, "farci dialogo, conversazione" come diceva papa Paolo VI.
Il mondo non ha bisogno di nuovi crociati, di militanti, ma di testimoni come Maria.

giovedì 5 novembre 2015

Bollettino parrocchiale Novembre 2015







Informiamo la comunità parrocchiale che è disponibile online il nuovo numero del nostro bollettino parrocchiale Voce... della comunità, liberamente scaricabile dal seguente indirizzo:
Dallo stesso indirizzo possono essere prelevati anche tutti i numeri usciti finora, semplicemente cliccando sul link corrispondente.
Il file verrà scaricato in formato PDF o in versione zippata.
Da oggi il bollettino può anche essere letto online in versione sfogliabile.
L'intero archivio è stato finalmente trasferito sulla piattaforma Issuu; se notate errori nei link o altri problemi vi chiedo di segnalarmeli all'indirizzo e-mail staffsl@upgo.org in modo da poterli correggere prontamente.
 

Voce... - Novembre 2015
In questo numero
  • L'angolo di Don Giuseppe| Lettera aperta ai parrocchiani
  • La fede spiegata ai bambini/ Cos'è la fede?
  • Tracce del Vescovo per l'Anno Pastorale 2015
  • E si chiamano bravi cristiani...
  • Cronache "catechistiche" / Lettera di un bambino ai genitori
  • Letto per voi: Ecologia del potere. Studio su Danilo Dolci
  • Il nuovo anno nel segno della misericordia   
  • L'angolo del D.V.|Il nuovo processo rotale alla luce del "Mitis iudex Dominus Iesus" 



Versione sfogliabile
 
| 2005 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |