lunedì 20 febbraio 2017

Incontro AC su nuove norme per 'annullamento del matrimonio

Lunedì 6 febbraio 2017 presso la sala De Deo del Palazzo Comunale si è svolto un incontro sul Mitis Iudex Dominus Iesus , il motu proprio di Papa Francesco che ha modificato il procedimento per l'annullamento del matrimonio, moderato dal dr. Vito Giannelli e organizzato dall'Azione Cattolica interparrocchiale di Gioia.
 Mitis Iudex Dominus Iesus
Il motu proprio del Papa Francesco che ha modificato il procedimento per l’annullamento del matrimonio.
Proposta dall’Azione Cattolica cittadina una riflessione sulla nuova prassi di scioglimento del matrimonio introdotta dal “motu proprio” del Papa. Uscita subito dopo i due sinodi sulla famiglia, la nuova norma si pone in continuità con questi ultimi e ne affronta la patologia dello scioglimento del vincolo matrimoniale indicando la “misericordia” come stile con cui i vescovi e gli stessi operatori dei tribunali ecclesiali dovranno da ora in poi curare questa grossa ferita umana.
Erano presenti tre autorevoli addetti ai lavori: il prof. Gaetano D’Ammacco (ordinario di diritto canonico presso l’università degli studi di Bari), il prof. Paolo Stefani (associato di diritto canonico presso l’università di Bari) e il dr. Antonio Lia (Giudice presso il tribunale ecclesiastico Pugliese).

Dr. Lia – analisi pastorale e della condizione familiare

Il tema della famiglia è molto caro al Papa Francesco; in Misericordia et Misera – lettera di indizione del Giubileo straordinario 2016 – il Papa prende atto della complessità della situazione attuale e pone nella figura di Cristo il riferimento cui volgere lo sguardo come uomini e donne di oggi; le situazioni familiari difficili hanno quindi bisogno di un accurato discernimento.
Nella Pastorale della chiesa, a proposito di situazioni difficili, siamo passati da una visione legalista, dove si cercavano esclusivamente le cause dell’annullamento, ad una che volge lo sguardo a Cristo per giungere a far emergere il “bene possibile” laddove si individui il valore della fedeltà e dell’importanza delle relazioni familiari. Il giudice fa riferimento spesso al discernimento che deve accompagnare la coppia quando scopre di essere in crisi.
Il motu proprio dà la facoltà ai vescovi di individuare/costituire tribunali diocesani; i vescovi pugliesi hanno deciso per l’unica sede regionale. È data inoltre la possibilità di costituire “consultori” diocesani, luoghi di prossimità rivolti proprio al discernimento. Ancora il tribunale ecclesiale può intervenire con difesa di ufficio in caso di difficoltà economica.
Il motu proprio ha introdotto anche il “rito breve” qui però servono delle condizioni minime: richiesta di annullamento congiunta e circostanze molto gravi; l’annullamento  si può ottenere in tre/quattro mesi. L’obiettivo del Papa è comunque quello di rendere più celere il procedimento, non quello di semplificarlo.

Prof. D’ammacco - prospettiva teologico/pastorale


Il Papa nel motu proprio richiama principi cardine sulla famiglia e riprende gli esiti dei due sinodi appena conclusi, partendo dall’assunto che nella nostra società si fa poco per la famiglia.  Le modifiche attuate nel procedimento di annullamento del matrimonio si possono individuare secondo due direttrici.
 1^dir.: REVISIONE DELLA FUNZIONE DEL VESCOVO. Egli è guida, pastore, condivide la vita del gregge, recupera verso di sé (il bastone) la pecora che va altrove.
 2^dir.: CHIESA IN USCITA ATTENTA AGLI ULTIMI. Chi sono gli ultimi? Gli ultimi per Papa Francesco sono i sofferenti nelle relazioni.
Il documento ha sollevato nella chiesa non poche perplessità; un gruppo di cardinali ha contestato i punti dal 300 in poi del documento dichiarandoli poco chiari in relazione alla dottrina sul matrimonio. La verità è che una certa cultura infarcita di principi cristiani  di fatto allontana dal vero, dal patrimonio teologico alla base dell’istituzione familiare. Verità ampiamente cercata da Giovanni Paolo II nella “Familiaris Consortio” in cui affermava più di trent’anni fa che “ci vuole coraggio a sposarsi”; agli sposi cristiani è chiesta l’incarnazione della relazione coniugale in Cristo, cosa non scontata. È certo inoltre che le coppie in crisi non abbiano bisogno di concetti teologici o morali, ma di accompagnamento.

La salvezza (San Paolo) non viene dalla osservanza delle legge ma da una vita vissuta pienamente in Cristo e nell’amore per i fratelli. La famiglia è il luogo dove si realizza l’incontro con Cristo. La famiglia è il luogo dei conflitti, due mondi diversi chiamati a fondersi. La chiesa rispetto alla famiglia deve prima di tutto preoccuparsi delle situazioni difficili; il cambiamento delle relazioni coniugali (da oppressive rispetto alla donna ad esasperatamente individualiste) ha prodotto la confusione dei ruoli.
La giustizia è l’affermazione dei principi cardine delle relazioni coniugali. L’uomo ha piuttosto bisogno di essere recuperato per quello che è; la misericordia è la capacità di aiutare a recuperare gli errori fatti. Anche nel matrimonio fallito ci deve essere la speranza di un nuovo inizio. Questo messaggio evangelico orientato alla misericordia nella nostra società si tenta di demolirlo.

Prof. Stefani -  prospettiva giuridico/teologica

(con particolare riferimento alla difesa del vincolo matrimoniale)
Fino a poco tempo fa il costo di un giudizio di annullamento era riservato a pochi. Nel tempo sono state ridotte le spese e con il “motu proprio” anche i tempi del processo.

Verità, carità, giustizia e misericordia sono gli assi  portanti del diritto canonico. Attraverso la Verità di Cristo, si svela il messaggio che Dio ha per noi. Il diritto crea coesione, è carità. Al centro di questi assi del diritto c’è il matrimonio; la risposta celere alle istanze di annullamento attiene quindi alla misericordia della chiesa nei suoi confronti.


Il senso di responsabilità del diritto nei confronti del matrimonio, si sta accrescendo; oggi inoltre l’annullamento si esprime con una sola sentenza; nel passato erano almeno due. Con l’avvento del processo breve, il Vescovo diocesano diventa il protagonista dell’atto giuridico. Quindi giuridicità e pastoralità oggi vanno insieme, non possono essere scissi. Il punto di arrivo del processo canonico non è l’annullamento matrimoniale ma la salvezza delle anime (salus animarum). Se questo obiettivo verrà applicato a tutti i casi di irregolarità, il matrimonio sarà salvo.
Chi è il difensore del vincolo nel processo canonico? È colui che difende il matrimonio come strumento di salvezza, il difensore della sacramentalità del matrimonio. Il vicario giudiziale invece deve decidere tra il processo breve ed il processo ordinario. Il suo parere è determinante.
 Il diritto di impugnare il matrimonio è una delle novità del nuovo diritto canonico dopo il “motu proprio”. Qui il difensore del vincolo deve intervenir
e proprio sui tempi del processo.  Una delle speranze del motu proprio è la speranza che possa avvicinare le persone interessate a percorsi di ricostruzione delle relazioni in una società che cristiana non può più dirsi per i valori che persegue. Per questo è necessario in caso di crisi di intervenire prontamente.
Interventi:
  1.  Don Tonino, emergenza educativa e relativismo imperanti; cosa fare per accedere al tribunale ecclesiastico? Oltre al classico avvocato è possibile rivolgersi direttamente al tribunale?
  2.  Quanto la presenza dei figli può influire sulle cause di annullamento?
 Risposte:
  1. Al tribunale ci si può anche rivolgere direttamente; le diocesi inoltre è bene che si attivino con appositi consultori familiari.
  2. Il matrimonio va oltre questi aspetti, nel giudizio canonico tutti i soggetti del nucleo familiari, anche i figli, sono considerati. Le parti vanno ammonite sugli obblighi delle relazioni familiari.