Seguire Dio nella città
incontro con Erio Di Liso
Si
è svolto lunedì 15 gennaio 2018 presso la parrocchia di san Vito
Martire il terzo appuntamento del cammino interparrocchiale di Azione
Cattolica, dedicato al tema «Seguire Dio nella città», un
approfondimento sul rapporto tra cattolici e politica.
L'incontro
è cominciato con la lettura del brano evangelico della donna che tocca
il mantello a Gesù (Mc 5, 25-34) e una breve presentazione della nostra
esperienza interparrocchiale, la parola è poi passata a Erio di Liso,
socio di AC, docente di filosofia che ha vissuto due esperienze in
ambito politico-istituzionale, la prima alla fine degli anni '90, la
seconda dal 1999 al 2004.
Il
relatore ha raccontato brevemente il suo percorso: la formazione
all'interno dell'Azione Cattolica, poi l'esperienza del servizio civile e
un primo impegno con un gruppo per la mediazione nella città
all'interno della circoscrizione Palese-Santo Spirito.
Di Liso si è soffermato soprattutto sul lato umano della sua esperienza, sottolineando i rischi che la scelta politica comporta.
L'impegno
politico, l'urgenza di occuparsi delle cose da fare, di ricercare un
consenso, rischia di far inaridire il proprio legame con il gruppo e con
la parrocchia, di far perdere le proprie radici e vivere in solitudine
le proprie scelte.
Nella
sua seconda esperienza Erio Di Liso è stato candidato come Presidente di
Circoscrizione da un gruppo di attivismo civico, nato al di fuori dei
partiti.
Le circoscrizioni godono di poteri limitati, occupandosi principalmente di cultura e sport e servizi sociali.
La
prima battaglia è stata quindi quella per dare maggior potere alle
circoscrizioni, cui si sono aggiunte il progetto per l'interramento dei
binari ferroviari e per una maggiore partecipazione dei cittadini
all'interno della circoscrizione.
Ne
è nato un laboratorio urbanistico partecipato che ha ascoltato i pareri
dei cittadini e cercato di tradurli in relazioni e infine in delibere.
L'impegno
politico rischia di portare a una situazione di doppiezza, a un divario
tra il momento formativo e il momento dell'azione.
La
mancanza di radicamento, di confronto con le proprie origini, la
mancanza di condivisione portano spesso alla solitudine, a una
differenza tra l'etica dell'intenzione (quello che avremmo voluto fare) e
quella dela responsabilità (cosa siamo riusciti a realizzare).
Ad
un certo punto Di Liso si è reso conto di non poter proseguire questo
cammino, arrivando alla scelta sofferta delle dimissioni, di riconoscere
il fallimento di una parte delle sue proposte.
Un
momento difficile che ha richiesto un nuovo impegno per ripartire, per
tornare alle origini del proprio percorso cristiano e relazionale. Non
bisogna mai allontanarsi dalle origini della propria esperienza
altrimenti si rischia doppiezza, si rischia di vivere male quel che si
fa.
Un ritorno alle origine che parte dalla formazione, dal rivedere le scelte fatte.
Nel
brano evangelico proposto la donna fuoriesce dalla folla anonima in
maniera discreta, non rimane passivamente in mezzo, ma cerca di
avvicinarsi a Gesù, convinta che la sua sola vicinanza potrà giovarle.
Lo stesso Gesù sente il flusso di potere uscire da Lui. E la donna viene guarita dalla malattia grazie alla sua fede.
Dossetti in un suo libro su Politica e Eucarestia parla della partecipazione politica che nasce dal rapporto con la Chiesa.
Sottolinea che bisogna partire da Cristo e che se non c'è passione non può esserci azione.
Occorre
tornare alle origini, aprirsi alla trascendenza, ripartire da fede,
speranza e carità. Evitare la perdita della compagnia o del gruppo di
appartenenza.
La rottura di un legame con le proprie origini indica la mancanza di consapevolezza di essere amati.
Non
sono io che mi apro, ma io che riconosco dipendenza da Dio. Occorre
riconoscere l'impegno di Dio, di Gesù da cui deriva l'impegno dei
cristiani.
Non si è
fallimentari se non si realizzano tutti gli obiettivi pratici, la cosa
importante è che la relazione con Dio si espanda nel mondo.
Non dobbiamo fare le cose solo perché le dobbiamo fare.
Occorre prima ritrovare le proprie origini, raccontare anche i propri dubbi.
L'incontro si è concluso con alcuni interventi, riflessioni più che domande al relatore.
FG ha ricordato che Dio esige da noi amore.
Dobbiamo riscoprire il sentimento della gratitudine, la riconoscenza nei confronti di genitori, maestri, etc.
Oggi conosciamo solo i nostri diritti, le nostre richieste, ma non più i nostri doveri.
Ci sembra che ogni cosa ci sia dovuta. Abbiamo smarrito la tenerezza, come ci ricorda papa Francesco.
Spesso la nostra è INERZIA cattolica, più che AZIONE.
Si vive alla giornata, ci si sente defraudati dei propri diritti.
(2) Ha chiesto "Come vivi l'impegno dopo recupero delle origini?"
risposta Erio
Non
vivo più la militanza politica, ma un'esperienza vissuta in ogni ambito
di vita. Rapporto continuo può dare qualsiasi risultato.
A volte cerchiamo opere eclatanti, invece dovremmo cogliere le occasioni che ci capitano per impegnarci concretamente.
Non avere fretta di agire.
Non pretendere di preventivare ogni cosa;agire con la libertà non con l'ansia di quello che dobbiamo fare.
Essere disponibili a ciò che il Signore ci dona.
FDB
ha ricordato l'errore comune dei cattolici di entrare in politica con
il furore di chi crede di avere la verità e di dover cambiare gli altri.
Serve invece disponibilità all'ascolto e all'incontro con gli altri.