sabato 19 dicembre 2015

Bollettino parrocchiale Natale 2015



Informiamo la comunità parrocchiale che è disponibile online il nuovo numero del nostro bollettino parrocchiale Voce... della comunità, liberamente scaricabile dal seguente indirizzo:
Dallo stesso indirizzo possono essere prelevati anche tutti i numeri usciti finora, semplicemente cliccando sul link corrispondente.
Il file verrà scaricato in formato PDF o in versione zippata.
Da oggi il bollettino può anche essere letto online in versione sfogliabile.
L'intero archivio è stato finalmente trasferito sulla piattaforma Issuu; se notate errori nei link o altri problemi vi chiedo di segnalarmeli all'indirizzo e-mail staffsl@upgo.org in modo da poterli correggere prontamente.
 

Voce... - Dicembre 2015In questo numero
  • L'angolo di Don Giuseppe| Natale della Misericordia
  • La fede spiegata ai bambini/ Misericordia è...
  • Ascolto e lettura dei segni dei tempi
  • Chi ha paura di Gesù Bambino?
  • L'Eucaristia dono del Dio che ci ama
  • Letto per voi: Chi ha ucciso Babbo Natale?
  • Carità, dono del Dio dell'Amore Misericordioso
  • L'angolo del D.V.|Intervento del Papa sul processo matrimoniale 


Versione sfogliabile
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giovedì 19 novembre 2015

AC - Catechesi biblica 16_11_2015

Si è svolto lunedì 16/11/2015 presso la parrocchia Immacolata il primo incontro organizzato dall'Azione Cattolica interparrocchiale, un'esperienza significativa che si è scelto di ripetere anche quest'anno.
Una catechesi biblica tenuta da don Lino Modesto, parroco al S. Salvatore di Loseto, parrocchia in cui ha operato anche il nostro compianto don Vito Marotta, incentrata sul tema associativo annuale "Si alzò e andò in fretta" (Lc 1,39-56).
Dopo un breve introduzione al cammino interparrocchiale di quest'anno, si è svolto un momento di preghiera e la lettura del brano biblico.
Don Lino ha ringraziato per l'invito e sottolineato che prepararsi per gli altri spinge a riflettere in maniera più approfondita sul testo sacro per capire cosa comunicare e come farlo nella maniera migliore.
Spesso accogliamo la Parola solo in parte, tralasciando quel che non ci fa comodo. Invece dovremmo prendere Gesù così com'è sempre, essere obbedienti alla parola anche quando non ci va a genio.
Il brano di Luca fa parte dei cosidetti "vangeli del'infanzia" che hanno lo scopo di spiegarci chi è Gesù, da dove viene. Bisogna accostarsi a questi testi non per trovare una cronaca puntuale degli avvenimenti, ma per comprendere il mistero profondo del Dio che viene a visitare il suo popolo.
Non a caso sono state trovate delle analogie tra questo testo e quello del trasporto dell'Arca dell'alleanza. Entrambi non vanno letti con un atteggiamento cronachistico, ma in una prospettiva cristologica/ecclesiologica.
Partiamo dal versetto 45 in cui Elisabetta dice "Beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto".
Maria è il modello di ogni credente. Non solo beata per essere stata la madre di Gesù, ma anche per essere stata la prima credente, aver ascoltato la Parola.
Beata perchè ha saputo accogliere le parole del Signore, per la sua fede.
Maria non accetta passivamente il suo ruolo, pone domande all'arcangelo Gabriele, chiede "come avverrà". Credere non significa smettere di porsi domande.
Dopo lo stupore e i dubbi, Maria accoglie con gioia l'annuncio, dà la sua disponibilità con prontezza e con gioia. La sua fede continua fin sotto la croce, lei è la primizia dei credenti.
La fede di una comunità e di un credente è il punto di partenza per una chiesa in uscita, una chiesa missionaria.
Le nostre comunità sono luoghi autentici di fede? La gioia del Vangelo è di casa nei nostri incontri e nella nostra vita? Che gioia potremo comunicare agli altri se non c'è in noi?
Maria è stata prima di tutto discepola, credente, oltre e forse più che madre di Gesù.
"Maria si alzò", sottolinea l'evangelista Luca per indicare che ha vissuto un incontro, un'esperienza di resurrezione. Non può trattenere per sè il dono di Dio, lo comunica agli altri come Dio fa con l'uomo. Dio è Parola pronunciata per l'eternità.
Chi incontra Dio non può trattenerlo per sè, deve diventare dono per gli altri.
Gesù dice infatti a Maria Maddalena "non mi trattenere".

Maria partì "in fretta"; chi è inserito nel progetto di Dio avverte l'urgehnza del progetto salvifico.
Nel brano non viene specificato il nome del paese di Giuda dove viveva Elisabetta, la città non è importante per il suo nome, ma per il cammino verso di essa.
Maria è chiamata a uscire da sè, dalla sua casa, dalla sua esperienza di ogni giorno.
Anche Gesù è sempre in cammino, sempre per strada, nelle piazze; visse il suo ministero in cammino di villaggio in villaggio, verso la città, verso il luogo della convivenza umana.
Anche noi siamo chiamati a uscire dalle nostre chiese, a offrire a tutti la bellezza del Vangelo, a non rinchiuderci nelle nostre chiese e sacrestie mentre fuori c'è una moltitudine di affamati. La nostra pastorale è ancora troppo incentrata sulla parrocchia e poco sulle strade, nelle piazze.

Maria si muove verso la città, un movimento che dovremmo vivere anche noi. Dovremmo vivere la città, il quartiere, portare la nostra testimonianza anche fuori della Chiesa, dove siamo inviati come lievito.
Maria va a portare il dono che ha ricevuto, un Dio che si dona dall'eternità per l'umanità.
Uscire per annunciare non noi stessi, ma la gioia del Vangelo, del regno di Dio.
Al n. 49 della Evangelii Gaudium papa Francesco scrive "preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti."

Il regno di Dio è il centro e non appartiene solo a noi.
Ci sono anche tanti cristiani anonimi, che vivono il regno di Dio senza saperlo, senza neanche conoscere Gesù, ma vivendolo comunque nella loro vita.
Ricordiamo nell'antico testamento il ruolo del re Ciro, pagano che non conosceva Dio, ma divenne il suo strumento per la liberazione del popolo di Israele e il suo ritorno a Gerusalemme.
Il regno non appartiene a noi, chiamati solo ad annunciare l'opera di Dio tra noi.
Quante occasioni perse in nome della nostra autoreferenzialità, troppo presi da noi stessi da rallentare l'avvento del regno di Dio.
Maria parte "in fretta", come i discepoli inviati poi da Gesù; l'urgenza della salvezza chiede di partire senza prepararsi o portare trope cose con sè. Uscire forse un po' più poveri, un po' più svestiti, assumere anche la povertà dei mezzi perchè abbiamo un tesoro in vasi di creta.
"Come vorrei una Chiesa povera, per i poveri" ci ha ricordato papa Francesco fin dall'inizio del suo pontificato, invitandoci a scegliere la povertà, la condivisione con gli ultimi, con i poveri.
San Vincenzo de' Paoli nella sua opera assistenziale costituì inizialmente le dame della carità, solitamente donne ricche che aiutavano gli altri, però spesso guardandoli dall'alto in basso, senza cambiare il loro stato sociale (e il loro cuore). In seguito fondò le figlie della carità, non solo inviate ad alleviare le sofferenze degli altri, ma anche invitate a vivere la povertà nella propria vita.
In fretta diventiamo pane spezzato, condiviso senza fare calcoli o progetti.
Maria si presenta con umiltà, senza arroganza, quasi in silenzio. Luca non ci racconta cosa ha fatto nei tre mesi che è stata accanto a Elisabetta.
L'annuncio del Vangelo non deve avvenire con arroganza, con troppo zelo, diventando invadenti e mortificando gli altri. Dobbiamo centellinare la testimonianza, "farci dialogo, conversazione" come diceva papa Paolo VI.
Il mondo non ha bisogno di nuovi crociati, di militanti, ma di testimoni come Maria.

giovedì 5 novembre 2015

Bollettino parrocchiale Novembre 2015







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Voce... - Novembre 2015
In questo numero
  • L'angolo di Don Giuseppe| Lettera aperta ai parrocchiani
  • La fede spiegata ai bambini/ Cos'è la fede?
  • Tracce del Vescovo per l'Anno Pastorale 2015
  • E si chiamano bravi cristiani...
  • Cronache "catechistiche" / Lettera di un bambino ai genitori
  • Letto per voi: Ecologia del potere. Studio su Danilo Dolci
  • Il nuovo anno nel segno della misericordia   
  • L'angolo del D.V.|Il nuovo processo rotale alla luce del "Mitis iudex Dominus Iesus" 



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lunedì 28 settembre 2015

festa san Francesco 2015

Confraternita del Purgatorio

Parrocchia Santa Lucia

Chiesa di San Francesco


Solennità del Patrono d'Italia

 San Francesco d'Assisi

 

  Programma

Sabato 3 ottobre
  • ore 17.30 - Recita del Santo Rosario
  • ore 18.00 - Celebrazione della Santa Messa per il "Transito del Santo"

Domenica 4 ottobre - Solennità di San Francesco
  • ore 08.00 - Recita del Santo Rosario
  • ore 08.30 - Santa Messa solenne e accensione della lampada della Pace

venerdì 26 giugno 2015

Bollettino parrocchiale Estate 2015







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Da oggi il bollettino può anche essere letto online in versione sfogliabile .
Stiamo trasferendo i file sulla piattaforma Issuu e contiamo al più presto di rendere disponibile l'intero archivio.


 Voce... - Giugno 2015
In questo numero

  •     L'angolo di Don Giuseppe| Preghiera per chi va in ferie
  •     41 anni di Sacerdozio: Auguri don Giuseppe
  •     Il volto della misericordia
  •     A cent'anni dalla morte di Cristoforo Pinto
  •     Il cammino della fede
  •     Il primo incontro con l'Amico Gesù
  •     Letto per voi: La carezza di Dio di don Tonino Bello
  •     Chiesa "in uscita", Caritas "in uscita"
  •     L'angolo del D.V.|Giornata di aggiornamento a Roma 










giovedì 18 giugno 2015

Lectio Divina - ultimo incontro AC interparrrocchiale

Condivido, con un po' di ritardo, il resoconto dell'ultimo appuntamento del percorso adulti 2015 organizzato dall'Azione Cattolica interparrocchiale.

Lunedì 8 giugno 2015 nella suggestiva e raccolta cappella di santa Maria Bambina all'interno della parrocchia di Santa Maria Maggiore di Gioia si è svolta la Lectio Divina sul brano "Gesù cammina sul lago" (Mc 6,45-52) guidata dal parroco don Tonino Posa.
Dopo un breve riepilogo del cammino interparrocchiale si è deciso di rinviare il previsto confronto sul percorso svolto finora e di vedersi al più presto per programmare le iniziative per il prossimo anno già alla ripresa dalle vacanze estive.

La parola è poi passata a don Tonino che ci ha ricordato che il centro della nostra vita cristiana è l'incontro con il Signore nell'Eucarestia, incontro con Dio nella Fede che non deve avvenire solo per abitudine o come un ricordo di eventi passati.
Dio ci attende pazientemente e ci incontra qui e ora, nella nostra vita, è contemporaneo a me.
Don Tonino ci ha ricordato che la Lectio Divina  non è un esercizio intellettuale, ma pratica del silenzio, uscire dai propri schemi per aprirsi a Dio, un'esperienza che possiamo riassumere nei quattro gradini della Lectio Divina suggeriti dal monaco Guigo II il Certosino : Lectio, Meditatio, Oratio, Contemplatio.

Lettura lenta della Parola. Senza fretta, cercando di scandire e comprendere ogni parola.
Dobbiamo ascoltare più che parlare, riposare nelle Parola di Dio che ci trasforma dal di dentro.

Per aiutarci nella comprensione del brano biblico don Tonino ne ha evidenziato alcune fasi significative:
  1. Gesù congeda la folla e si ritira in preghiera
  2. Manda i discepoli sulla barca perchè ha bisogno di pregare, di stare da solo con il Padre
  3. Gli apostoli sono affaticati e spaventati dalla tempesta
  4. Gesù si avvicina camminando sulle onde. Nei discepoli meraviglia e paura. Lo credono un fantasma
  5. "Sono io. Non abbiate paura". Gesù si fa riconoscere e placa la tempesta
  6. I discepoli hanno il cuore indurito e non comprendono i segni compiuti da Gesù.

Anche noi tendiamo sempre a far prevalere l'IO, la nostra opinione, senza permettere neanche a Dio di metterla in discussione.
Non ho tempo! è la nostra scusa ricorrente. Non abbiamo mai tempo per niente, impegnati in mille cose superflue.
Ma in base a quali criteri stabiliamo cosa sia davvero importante?

L'altra riva
Contro il pregiudizio, il pensare di conoscere già tutto. Il pregiudizio ci paralizza e non ci fa andare verso l'altra riva.

La solitudine
Noi con Dio. Il signore ci guarda affaticati e viene verso di noi. Non ci dobbiamo mai sentire soli. Dio non aspetta che andiamo da lui, ma viene per primo verso di noi.
Dio va avanti e ci chiede di andare dietro a lui che prende la croce per primo, dandoci l'esempio.
La paura
Quando lo vediamo pensiamo che siano i nostri pensieri, le nostre fantasie, non siamo attenti all'altro.
Gridiamo per farci ascoltare, per imporre pesi agli altri. Chi urla non ha mai ragione.
Erano sconvolti per il modo con cui il Signore ci provoca, in maniera inaspettata.

La speranza
Gesù sale sulla barca con loro, non ci abbandona nelle tempeste della vita, è sempre con noi
Coraggio sono io. Non temere. -  rassicura i discepoli (e tutti noi).
Non dobbiamo mai lasciarci prendere dallo sconforto. Invito a sperare di fronte a qualunque ostacolo perchè Dio non ci lascia mai soli

Le altre fasi della Lectio Divina sono soprattutto dedicate alla riflessione personale, a ciò che la Parola accende nel nostro cuore. Ne farò solo qualche breve cenno tratto dal http://it.cathopedia.org/wiki/Lectio_Divina di Cathopedia

Meditatio

La meditatio è un'operazione dell'intelligenza, che procede all'investigazione e allo studio di una verità nascosta, con l'aiuto della ragione. Consiste nella ricerca, fatta con cura, che scava e mette in luce il significato profondo. È una riflessione illuminata dallo Spirito, che raccoglie le verità divine seminate nella Parola.

Oratio

L'oratio è la preghiera che sgorga dalla lettura e dalla meditazione della Parola.
Nella oratio l'orante esprime lo slancio dei desideri del cuore.

È il gradino di coloro che vogliono elevarsi con tutte le forze verso il Signore; è la preghiera che chiede il desiderato tesoro della contemplazione.

Contemplatio

La contemplatio è la preghiera di contemplazione: il cuore si ferma dinanzi al mistero nel quale è entrato.

Tale contemplazione supera tutto il sentimento e il sapere. È il gradino dei beati, è l'elevazione a Dio dell'anima che, attirata al disopra di se stessa, gusta le gioie della dolcezza divina.


In conclusione dell'incontro don Tonino ci ha lasciato anche un impegno concreto:
Andare a trovasre una persona che ha bisogno di coraggio. Essere un segno di presenza anche senza parole.
Basta un abbraccio, un sorriso.

mercoledì 10 giugno 2015

Il poeta di Dio Don Tonino Bello



Giovedì 4 giugno 2015 presso la libreria La Librellula si è svolta la presentazione del libro "Il poeta di Dio" di Lino De Venuto, noto attore, regista e drammaturgo barese, tratto dall'omonimo spettacolo già portato in scena in una trentina di paesi.
L'autore ha voluto raccontare la storia di don Tonino da un punto di vista laico, dando voce ai tanti uomini e donne che in questi anni si sono avvicinati a lui, hanno amato le sue parole e i suoi gesti, pur non appartenendo alla chiesa, spesso poco attenta a comprendere i suoi gesti profetici.
Dopo una bella digressione sul significato del titolo e sulle ragioni per cui si può definire don Tonino poeta di Dio, e non solo per i suoi scritti lirici, l'autore ha rievocato alcune vicende del cammino di don Tonino.
Il suo arrivo a Molfetta, un po' ignorato agli inizi, poi guardato con sospetto per le parole e gli atteggiamenti un po' fuori dagli schemi, attenti ad alleviare le sofferenze dei poveri piuttosto che a ingraziarsi i favori dei potenti.
La solidarietà con gli operai cassintegrati in sciopero, l'attenzione e il rapporto personale e unico che sapeva creare con tutte le persone che incontrava, i giri notturni in macchina per raccogliere la gente di strada e rifocillarla nel suo episcopio, l'affetto della gente comune e di tanti emarginati dalla chiesa e dal mondo che hanno riconosciuto in lui soprattutto un amico, l'impegno per la pace.
Una persona in cui parole e azioni andavano sempre di pari passo, che non solo esaltava la "chiesa del grembiule" come scelta verso i poveri, ma sapeva anche mettersi concretamente al servizio degli ultimi.

Il libro non vuole essere una biografia e ancor meno un'agiografia di don Tonino, ma piuttosto aiutare a fissare su carta quello che l'autore Lino De Venuto ha voluto rappresentare nel suo spettacolo teatrale , scandendo le tappe della vita di don Tonino attraverso una serie di incontri con personaggi emblematici delle tante povertà del mondo: la prostituta, il marocchino, il curdo, etc.
Per sottolineare questa intima unione tra le due opere le parole dell'autore sono state intervallate, anzi completate da alcuni interventi tratti dallo spettacolo e interpretati magistralmente dagli attori Francesca Matinelli, Simone Bracci e Giuseppe Trotta e dalla danzatrice Ada Triggianese.
Mi sembra giusto sottolineare oltre la bravura, la grande professionalità di questi artisti che nonostante lo scarso pubblico, hanno offerto una esibizione dal vivo di alto livello,  senza risparmiarsi, non facendoci mai sentire spettatori di serie b o mostrare scoraggiamento per le sedie vuote.
In conclusione l'autore, intrattenendosi gentilmente con gli spettatori presenti, ha espresso il desiderio di poter presto portare lo spettacolo anche nel nostro paese.

Spero che qualcuno "di buona volontà" possa cogliere questo invito, contattando Lino de Venuto sul suo sito web o via email  per prendere gli accordi necessari e portare a Gioia questo omaggio a don Tonino e dimostrargli il nostro affetto.

---
Per gli assenti riporto la scheda del libro e  la registrazione di un incontro su Il Poeta di Dio tenutosi qualche settimana fa ad Adelfia.

domenica 7 giugno 2015

Intitolazione Largo don Vito Marotta

Intitolazione Largo don Vito Marotta

Parrocchia S. Maria di Costantinopoli
Comune di Bitritto

Intitolazione Largo don Vito Marotta
Lunedì 15 giugno 2015

Programma:
  • Ore 19.00: Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto
  • Ore 20.00: Intervento istituzionale
- Giuseppe Giulitto, Sindaco di Bitritto;
- Francesco Valente, Presidente Consiglio Comunale di Bitritto
  • Ore 20.10: Benedizione targa
  • Ore 21.00: Incontro-dibattito "Il nuovo umanesimo di Papa Francesco" guidato da Mons. Domenico Pompili, vescovo eletto di Rieti, già direttore nazione Ufficio Comunicazioni Sociali e sottosegretario CEI
Azioni sul documento
 
Fonte : http://www.arcidiocesibaribitonto.it/news/intitolazione-largo-don-vito-marotta

Intitolazione Largo don Vito Marotta

Intitolazione Largo don Vito Marotta

Parrocchia S. Maria di Costantinopoli
Comune di Bitritto

Intitolazione Largo don Vito Marotta
Lunedì 15 giugno 2015

Programma:
  • Ore 19.00: Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto
  • Ore 20.00: Intervento istituzionale
- Giuseppe Giulitto, Sindaco di Bitritto;
- Francesco Valente, Presidente Consiglio Comunale di Bitritto
  • Ore 20.10: Benedizione targa
  • Ore 21.00: Incontro-dibattito "Il nuovo umanesimo di Papa Francesco" guidato da Mons. Domenico Pompili, vescovo eletto di Rieti, già direttore nazione Ufficio Comunicazioni Sociali e sottosegretario CEI
Azioni sul documento
 
Fonte : http://www.arcidiocesibaribitonto.it/news/intitolazione-largo-don-vito-marotta

mercoledì 3 giugno 2015

festa sant'Antonio - 13 giugno 2015

Confraternita del Purgatorio

Parrocchia Santa Lucia

Chiesa di San Francesco


 festeggiamenti in onore di

 Sant'Antonio da Padova


 Programma Liturgico

Dal 31 maggio al 12 giugno
Tredicina in onore di sant'Antonio (animata dalle Confraternite di Gioia)
  • ore 18.15 - Recita del Santo Rosario
  • ore 19.00 - Santa Messa

Domenica 31 maggio
solennità della Trinità
  • ore 8.00 - Recita del Santo Rosario
  • ore 8.30 - Santa Messa
  • ore 18.15 - Recita del Santo Rosario
  • ore 19.00 - Liturgia della Parola e Benedizione Eucaristica

Domenica 31 maggio
solennità del Corpus Domini
  • ore 8.00 - Recita del Santo Rosario
  • ore 8.30 - Santa Messa solenne
  • ore 19.00 - Processione del Corpus Domini dalla Chiesa Madre
Mercoledì 10 giugno - Inizio del Triduo solenne (Giornata della Carità)
  • ore 19.00 - Santa Messa animata dalla Caritas Parrocchiale di Santa Lucia
Venerdì 12 giugno (Giornata del Ringraziamento)
  • ore 19.00 - Santa Messa solenne e canto del TE DEUM

Sabato 13 giugno - Festa di Sant'Antonio da Padova
SS. Messe ore 6.00 - 7.30 - 9.00 - 10.30 - 12.00 -18.00
  • ore 10.30 Santa Messa solenne presieduta dal Padre Spirituale don Giuseppe Di Corrado
  • ore 12.00 Santa Messa con vestizione e affidamento dei bambini a Sant'Antonio
  • ore 19.00 Processione di Sant'Antonio
Il pane sarà benedetto a tutte le Messe.

Programma Civile

 13 giugno
  • ore   8.00 - diana di fuochi (offerta dal sig. Claudio Milano)
  • ore 22.30 - spettacolo pirotecnico a cura della ditta Fireworks di Martino De Carlo
Presterà servizio il Premiato Concerto Bandistico "Paolo Falcicchio" - Città di Gioia del Colle
Artistica illuminazione della premiata ditta Faniuolo di Putignano

venerdì 24 aprile 2015

Mettiamoci in gioco, 5 tappa AC interparrocchiale


foto margherita Taddeo


Si è tenuto martedì 21 aprile alle ore 19.00  presso il teatro della parroccchia Immacolata l'incontro "Mettiamoci in gioco", riflessioni sulle conseguenze del gioco d'azzardo, quinta tappa del percorso organizzato dall'AC interparrocchiale di Gioia in collaborazione con Libera (presidio Donato Boscia).
Ospite della serata la dott.sa Margherita Taddeo, psicologa psicoterapeuta, portavoce regionale della campagna nazionale  "Mettiamoci in gioco" della FeDerSerD , impegnata dal 1992 nel settore delle dipendenze e dal 2004 nella dipendenza da gioco d'azzardo presso il Ser.D. di Taranto.

Il moderatore Filippo De Bellis ha introdotto brevemente l'iniziativa, nata per regolamentare il gioco d'azzardo e limitarne la pubblicità.
Il gioco è apparentemente oggi per lo stato una fonte notevole di guadagno, un fenomeno in crescita disponibile vicino casa, in qualsiasi tabaccheria, non più relegato in pochi casinò specializzati come un tempo. Dobbiamo considerare però anche i tanti soldi che devono essere spesi per arginare le conseguenze negative del GAP (Gioco d'Azzardo Patologico), un fenomeno che crea dipendenza come una droga, classificato come una vera malattia, anche se al momento ancora escluso dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

La dott.sa Taddeo ha sottolineato l'impegno della Federserd, che da poco opera anche in Puglia, contro l'incontrastato proliferare di occasioni di gioco che solo nel 2013 hanno portato a 6800 pazienti in trattamento.
Difficile avere dati ufficiali sul fenomeno: si stima che il 42% degli italiani abbia giocato almento una volta nel corso dell'anno e che ci siano nel nostro paese circa 1 milione di giocatori patologici.
Un fatturato nel nostro paese di 84727 milioni di euro nel 2013 e 84485 nel 2014, dati che ci collocano al 4° posto nel mondo per la spesa dedicata al gioco e addirittura al 2° se si considera il gioco pro capite in base al numero di abitanti. Cifre enormi, soprattutto in un periodo di crisi in cui chiudono molti negozi e invece aprono continuamente locali da gioco.

In persone predisposte sottoposte a continui stimoli di gioco il normale gioco ricreativo volontario può trasformarsi in patologia, creando una vera e propria dipendenza che, a differenza delle dipendenze classiche non coinvolge solo l'individuo, ma tutto il nucleo familiare, con conseguenze molto gravi.
I sintomi sono simili alla dipendenza da sostanze con fenomeni fisici e psichici di astinenza e un alto rischio di suicidio. Si può prevenire, ma solo se viene fatta una diagnosi precoce.
La dipendenza deriva da una serie di fattori individuali (ricerca sensazioni forti, scarso controllo impulsi) e/o ambientali (famiglia problematica o in cui si gioca regolarmente).
I più pericolosi sono i giochi veloci (slot, lotto 10) che creano dipendenza perchè danno un risultato immediato a differenza dei vecchi giochi in cui c'era un rituale d'attesa che dava un maggiore tempo per rendersi conto delle proprie azioni.
Il gioco viene di solito classificato secondo tre stadi di gravità crescente:
  • gioco ricreativo
  • gioco d'azzardo problematico
  • gioco d'azzardo patologico.
momento del dibattito
Il gioco inizialmente consente un aumento dell'autostima e l'allontanamento dai problemi personali, ma poi subentra una perdita di lucidità, l'illusione di poter tenere il fenomeno sotto controllo. Si entra così nel gioco problematico che porta all'aumento del tempo dedicato al gioco e delle cifre giocate e conseguenze negative come indebitamento, menzogne, aggressività, picoli furti domestici, debiti. Nei casi più gravi si può arrivare fino al suicidio.
Il GAP coinvolge tutta la famiglia che subisce le conseguenze dell'indebitamento e della continua richiesta di soldi, dei repentini cambi di umore e di comportamento, degli scatti d'ira improvvisi e della scarsa responsabilità, ritrovandosi infine con una ridotta disponibilità economica.
Una situazione negativa che si riflette sulla vita dei figli che tendono a isolarsi.
Possiamo individuare alcuni fattori di rischio
  • fattori individuali (età precoce, ansia e disturbi dell'umore, bassa autostima, predisposizione genetica, uso di alcool o stupefacenti)
  • fattori familiari (separazione e divorzio, lutto, pensionamento o cambi improvvisi di stile di vita, mancanza di interessi e valori).

come anche alcuni fattori protettivi (responsabilità, autostima, capacità di risolvere i problemi o problem solving, stabilità emotiva, supporto da parte dei genitori e della famiglia).

Il gioco è uno specchio dell'attuale crisi di valori culturali e comporta una perdita del senso del denaro, della percezione del suo reale valore.
In Italia ancora non è regolamentato e il GAP non viene considerato una dipendenza e spesso non viene affrontato  per mancanza di finanziamenti.
Per prevenire i disturbi derivanti dal Gioco d'Azzardo Patologico sono fondamentali i rapporti umani e le relazioni (famiglia, scuola, comunità).

La campagna di Mettiamoci in gioco" riunisce 30 associazioni aderenti e vari coordinamenti regionali che cercano di sensibilizzare sui rischi derivanti dal gioco d'azzardo e propongono di porre un freno alle liberalizzazioni nel settore, di vietare la pubblicità del gioco e di inserire il GAP nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza ).

Nel corso del successivo dibattito sono emersi subito due interrogativi:
  • Come regolamentare il gioco?
  • Come si cura la dipendenza da gioco?

momento dell'incontroDi certo è irreale pensare di eliminare il gioco d'azzardo perché esiste anche quello illegale, spesso gestito dalla criminalità organizzata, su cui non abbiamo alcun dato ufficiale e il fenomeno emergente del gioco online, spesso non regolamentabile perché basato ufficialmente in paesi stranieri.
Non ci sono regole precise per l'apertura dei locali da gioco; la pianificazione è delegata solo alla buona volontà dei sindaci.

La dipendenza dal gioco è spesso conseguenza di altre disfunzioni per cui nella cura bisogna tener conto dell'aspetto psicologico, educativo e sociale.
Scarso l'uso dei farmaci per combattere questa patologia.

Nicola R. intervenuto a nome del presidio Libera Gioia, ha sottolineato che l'impegno di Libera è rivolto soprattutto contro il gioco ilegale, dietro cui ci sono le grandi famiglie della criminalità organizzata che usano il gioco come lavanderia per riciclare i proventi illeciti.
Ha suggerito di approfondire il tema leggendo il dossier Azzardopoli , scaricabile dal sito di Libera e invitato le associazioni locali ad affrontare questi temi nelle scuole e a  presentare una proposta comune alla nuova amministrazione comunale per regolamentare l'installazione di slot machine e altri tipi di gioco.

Filippo D.B ha precisato che, in assenza di una legge nazionale, il sindaco non può limitare la pubblicità o la presenza di locali di gioco o centri scommesse senza l'appoggio di una campagna d'informazione e di una rete di associazioni e cittadini.
Per installare le slot è necessaria un'autorizzazione del Comune, ma non serve se vengono poste in un'attività commerciale già esistente. Anche il limite previsto di porre questi locali a 300 metri da suole e luoghi di culto viene facilmente aggirato, essendo delegata la vigilanza solo alla buona volontà del comune.

La campagna  "Mettiamoci in gioco" punta su slogan e una informazione semplice per sottolineare che , in base al calcolo delle probabilità, giocando "si perde sempre" e che nel gioco d'azzardo la vincita non dipende dalal bravura del giocatore, ma solo dal caso.








Mettiamoci in gioco, 5 tappa AC interparrocchiale


foto margherita Taddeo


Si è tenuto martedì 21 aprile alle ore 19.00  presso il teatro della parroccchia Immacolata l'incontro "Mettiamoci in gioco", riflessioni sulle conseguenze del gioco d'azzardo, quinta tappa del percorso organizzato dall'AC interparrocchiale di Gioia in collaborazione con Libera (presidio Donato Boscia).
Ospite della serata la dott.sa Margherita Taddeo, psicologa psicoterapeuta, portavoce regionale della campagna nazionale  "Mettiamoci in gioco" della FeDerSerD , impegnata dal 1992 nel settore delle dipendenze e dal 2004 nella dipendenza da gioco d'azzardo presso il Ser.D. di Taranto.

Il moderatore Filippo De Bellis ha introdotto brevemente l'iniziativa, nata per regolamentare il gioco d'azzardo e limitarne la pubblicità.
Il gioco è apparentemente oggi per lo stato una fonte notevole di guadagno, un fenomeno in crescita disponibile vicino casa, in qualsiasi tabaccheria, non più relegato in pochi casinò specializzati come un tempo. Dobbiamo considerare però anche i tanti soldi che devono essere spesi per arginare le conseguenze negative del GAP (Gioco d'Azzardo Patologico), un fenomeno che crea dipendenza come una droga, classificato come una vera malattia, anche se al momento ancora escluso dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

La dott.sa Taddeo ha sottolineato l'impegno della Federserd, che da poco opera anche in Puglia, contro l'incontrastato proliferare di occasioni di gioco che solo nel 2013 hanno portato a 6800 pazienti in trattamento.
Difficile avere dati ufficiali sul fenomeno: si stima che il 42% degli italiani abbia giocato almento una volta nel corso dell'anno e che ci siano nel nostro paese circa 1 milione di giocatori patologici.
Un fatturato nel nostro paese di 84727 milioni di euro nel 2013 e 84485 nel 2014, dati che ci collocano al 4° posto nel mondo per la spesa dedicata al gioco e addirittura al 2° se si considera il gioco pro capite in base al numero di abitanti. Cifre enormi, soprattutto in un periodo di crisi in cui chiudono molti negozi e invece aprono continuamente locali da gioco.

In persone predisposte sottoposte a continui stimoli di gioco il normale gioco ricreativo volontario può trasformarsi in patologia, creando una vera e propria dipendenza che, a differenza delle dipendenze classiche non coinvolge solo l'individuo, ma tutto il nucleo familiare, con conseguenze molto gravi.
I sintomi sono simili alla dipendenza da sostanze con fenomeni fisici e psichici di astinenza e un alto rischio di suicidio. Si può prevenire, ma solo se viene fatta una diagnosi precoce.
La dipendenza deriva da una serie di fattori individuali (ricerca sensazioni forti, scarso controllo impulsi) e/o ambientali (famiglia problematica o in cui si gioca regolarmente).
I più pericolosi sono i giochi veloci (slot, lotto 10) che creano dipendenza perchè danno un risultato immediato a differenza dei vecchi giochi in cui c'era un rituale d'attesa che dava un maggiore tempo per rendersi conto delle proprie azioni.
Il gioco viene di solito classificato secondo tre stadi di gravità crescente:
  • gioco ricreativo
  • gioco d'azzardo problematico
  • gioco d'azzardo patologico.
momento del dibattito
Il gioco inizialmente consente un aumento dell'autostima e l'allontanamento dai problemi personali, ma poi subentra una perdita di lucidità, l'illusione di poter tenere il fenomeno sotto controllo. Si entra così nel gioco problematico che porta all'aumento del tempo dedicato al gioco e delle cifre giocate e conseguenze negative come indebitamento, menzogne, aggressività, picoli furti domestici, debiti. Nei casi più gravi si può arrivare fino al suicidio.
Il GAP coinvolge tutta la famiglia che subisce le conseguenze dell'indebitamento e della continua richiesta di soldi, dei repentini cambi di umore e di comportamento, degli scatti d'ira improvvisi e della scarsa responsabilità, ritrovandosi infine con una ridotta disponibilità economica.
Una situazione negativa che si riflette sulla vita dei figli che tendono a isolarsi.
Possiamo individuare alcuni fattori di rischio
  • fattori individuali (età precoce, ansia e disturbi dell'umore, bassa autostima, predisposizione genetica, uso di alcool o stupefacenti)
  • fattori familiari (separazione e divorzio, lutto, pensionamento o cambi improvvisi di stile di vita, mancanza di interessi e valori).

come anche alcuni fattori protettivi (responsabilità, autostima, capacità di risolvere i problemi o problem solving, stabilità emotiva, supporto da parte dei genitori e della famiglia).

Il gioco è uno specchio dell'attuale crisi di valori culturali e comporta una perdita del senso del denaro, della percezione del suo reale valore.
In Italia ancora non è regolamentato e il GAP non viene considerato una dipendenza e spesso non viene affrontato  per mancanza di finanziamenti.
Per prevenire i disturbi derivanti dal Gioco d'Azzardo Patologico sono fondamentali i rapporti umani e le relazioni (famiglia, scuola, comunità).

La campagna di Mettiamoci in gioco" riunisce 30 associazioni aderenti e vari coordinamenti regionali che cercano di sensibilizzare sui rischi derivanti dal gioco d'azzardo e propongono di porre un freno alle liberalizzazioni nel settore, di vietare la pubblicità del gioco e di inserire il GAP nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza ).

Nel corso del successivo dibattito sono emersi subito due interrogativi:
  • Come regolamentare il gioco?
  • Come si cura la dipendenza da gioco?

momento dell'incontroDi certo è irreale pensare di eliminare il gioco d'azzardo perché esiste anche quello illegale, spesso gestito dalla criminalità organizzata, su cui non abbiamo alcun dato ufficiale e il fenomeno emergente del gioco online, spesso non regolamentabile perché basato ufficialmente in paesi stranieri.
Non ci sono regole precise per l'apertura dei locali da gioco; la pianificazione è delegata solo alla buona volontà dei sindaci.

La dipendenza dal gioco è spesso conseguenza di altre disfunzioni per cui nella cura bisogna tener conto dell'aspetto psicologico, educativo e sociale.
Scarso l'uso dei farmaci per combattere questa patologia.

Nicola R. intervenuto a nome del presidio Libera Gioia, ha sottolineato che l'impegno di Libera è rivolto soprattutto contro il gioco ilegale, dietro cui ci sono le grandi famiglie della criminalità organizzata che usano il gioco come lavanderia per riciclare i proventi illeciti.
Ha suggerito di approfondire il tema leggendo il dossier Azzardopoli , scaricabile dal sito di Libera e invitato le associazioni locali ad affrontare questi temi nelle scuole e a  presentare una proposta comune alla nuova amministrazione comunale per regolamentare l'installazione di slot machine e altri tipi di gioco.

Filippo D.B ha precisato che, in assenza di una legge nazionale, il sindaco non può limitare la pubblicità o la presenza di locali di gioco o centri scommesse senza l'appoggio di una campagna d'informazione e di una rete di associazioni e cittadini.
Per installare le slot è necessaria un'autorizzazione del Comune, ma non serve se vengono poste in un'attività commerciale già esistente. Anche il limite previsto di porre questi locali a 300 metri da suole e luoghi di culto viene facilmente aggirato, essendo delegata la vigilanza solo alla buona volontà del comune.

La campagna  "Mettiamoci in gioco" punta su slogan e una informazione semplice per sottolineare che , in base al calcolo delle probabilità, giocando "si perde sempre" e che nel gioco d'azzardo la vincita non dipende dalal bravura del giocatore, ma solo dal caso.








sabato 28 marzo 2015

Bollettino parrocchiale Pasqua 2015



Informiamo la comunità parrocchiale che è disponibile online il nuovo numero del nostro bollettino parrocchiale Voce... della comunità, liberamente scaricabile dal seguente indirizzo:
Dallo stesso indirizzo possono essere prelevati anche tutti i numeri usciti finora, semplicemente cliccando sul link corrispondente.
Il file verrà scaricato in formato PDF zippato.

 Voce... - Aprile 2015

In questo numero

  •     L'angolo di Don Giuseppe| Pasqua: giorno della vita nuova
  •     Gli appuntamenti della Settimana Santa
  •     La "Croce Pellegrina" a Gioia
  •     Non sarebbe l'ora di "professarsi" Cristiani?
  •     Dimmi il tuo nome
  •     Cronache "catechistiche": Da cosa ci riconosceranno?
  •      Letto per voi: Diario di Oscar A. Romero/ La Meridiana
  •     Una spesa per i poveri
  •     L'angolo del D.V. Inaugurazione dell'anno giudiziario 2015 del Tribunale Ecclesiastico  di Appello di Benevento
  •     Torna l'ora legale
 



giovedì 26 marzo 2015

processione Addolorata

Aggiornamento 27/03/2015

A causa del maltempo la processione è stata rimandata a sabato 28/03/2015 alle ore 18.00 partendo dalla chiesa di San Francesco.

Confraternita del Purgatorio

Parrocchia Santa Lucia

Chiesa di San Francesco


 manifesto Addolorata 2015 Processione della

Beata Vergine Maria 

Addolorata

Venerdì 27 marzo 2015



Programma
Venerdì 20 Marzo
  • Via Crucis nel territorio parrocchiale

dal 21 al 26 marzo
  • ore 18.00 in San Francesco - Preghiera dei Sette Dolori di Maria

Venerdì 27 marzo
  • ore 17.00 in San Francesco - Santa Messa
  • ore 18.00 Processione dell'Addolorata dalla chiesa di San Francesco alla Chiesa Madre
  • ore 18.30 in Chiesa Madre - Santa Messa
  • ore 19.30 Processione dell'Addolorata dalla Chiesa Madre alla chiesa di San Francesco
Presterà servizio il Concerto Bandistico Ass. Musicale "Angelo Lamanna" - Gioia del Colle

processione Addolorata

Confraternita del Purgatorio

Parrocchia Santa Lucia

Chiesa di San Francesco


Processione della

Beata Vergine Maria 

Addolorata

Venerdì 27 marzo 2015



Programma
Venerdì 20 Marzo
  • Via Crucis nel territorio parrocchiale

dal 21 al 26 marzo
  • ore 18.00 in San Francesco - Preghiera dei Sette Dolori di Maria

Venerdì 27 marzo
  • ore 17.00 in San Francesco - Santa Messa
  • ore 18.00 Processione dell'Addolorata dalla chiesa di San Francesco alla Chiesa Madre
  • ore 18.30 in Chiesa Madre - Santa Messa
  • ore 19.30 Processione dell'Addolorata dalla Chiesa Madre alla chiesa di San Francesco
Presterà servizio il Concerto Bandistico Ass. Musicale "Angelo Lamanna" - Gioia del Colle

Settimana Santa 2015


 Programma

Settimana Santa 2015

 Parrocchia Santa Lucia  - Gioia del Colle


29 marzo - Domenica delle Palme
  • SS. Messe ore 7.30 - 8.30 (San Francesco) - 9.00 - 11.00 - 19.00
  • 10.30  Solenne Benedizione delle Palme sul sagrato della chiesa di San Francesco con processione verso la Parrocchia per la S. Messa.

 30 e 31 marzo - 1 aprile
  •  ore 19.00 - Santa Messa

2 aprile 2015 - Giovedì Santo
  • ore 10.00 - Santa Messa Crismale in Cattedrale a Bari
  • ore 18.00 - Santa Messa in Coena Domini
  • ore 22.00 - Adorazione Eucaristica Comunitaria

3 aprile 2015 - Venerdì Santo
  • ore   9.00 - Ufficio delle Letture e lodi
  • ore 16.00 - Celebrazione della Passione del Signore

4 aprile 2015 - Sabato Santo
  • ore   9.00 - Ufficio delle Letture e lodi
  • ore 22.00 - Veglia Pasquale

5 aprile 2015 - Domenica di Pasqua
  • SS. Messe ore 7.30 - 8.30 (San Francesco) - 9.00 - 11.00 (Battesimi) - 19.00

lunedì 16 marzo 2015

13 martedì per Sant'Antonio

I 13 martedì a Sant'Antonio da Padova

A partire da martedì 17 marzo 2015 per 13 martedì sarà celebrata la Santa Messa in onore di Sant'Antonio.
Programma

17 - 24 - 31 marzo

  • ore 17.00 Santo Rosario
  • ore 17.30 Santa Messa
7 - 14 - 21 - 28 aprile
  • ore 17.30 Santo Rosario
  • ore 18.00 Santa Messa
5 - 12 - 19 -  26 maggio
  • ore 17.30 Santo Rosario
  • ore 18.00 Santa Messa
2 - 9 giugno
  • ore 18.30 Santo Rosario
  • ore 19.00 Santa Messa(nella tredicina)

giovedì 12 marzo 2015

Via Crucis nel territorio parrocchiale


Venerdì 20 marzo 2015 a partire dalle ore 17.30 ci sarà una Via Crucis per le vie del territorio parorcchiale.
  • ore 17.30 - Partenza dalla Chiesa di San Francesco, via Flora, via U. Bassi, via Carducci, via Celiberti, via L. Da Vinci, piazza Plebiscito, via Roma, parrocchia Santa Lucia
  • ore 18.30 - Santa Messa in Santa Lucia
Le Confraternite della Parrocchia, i gruppi e fedeli tutti sono invitati a partecipare.


sabato 28 febbraio 2015

Santa Lucia - Quarant'ore 2015


Cominciano Domenica 1 marzo 2015 le Quarant'ore presso la nostra parrocchia.

 Il programma prevede:
Domenica 1 marzo 2015
  • ore 11.00              Santa Messa (al termine esposizione del SS. Sacramento)
  • ore 12.30 - 16.00  Adorazione libera e personale
  • ore 16.30              Adorazione Eucaristica Comunitaria
  • ore 18.00              Santo Rosario
  • ore 18.30              Celebrazione Eucaristica
Lunedì 2 marzo 2015
  • ore   8.30              Santa Messa (al termine esposizione del SS. Sacramento)
  • ore   9.30 - 16.00  Adorazione libera e personale
  • ore 16.30              Adorazione Eucaristica Comunitaria
  • ore 18.00              Santo Rosario
  • ore 18.30              Celebrazione Eucaristica
Lunedì 2 marzo
  • ore   8.30              Santa Messa (al termine esposizione del SS. Sacramento)
  • ore   9.30 - 16.00  Adorazione libera e personale
  • ore 16.30              Adorazione Eucaristica Comunitaria
  • ore 18.00              Santo Rosario
  • ore 18.30              Celebrazione Eucaristica
Martedì 3 marzo 2015
  • ore    8.30             Santa Messa (al termine esposizione del SS. Sacramento)
  • ore  10.30             Recita dell'ora meda
  • ore 11.30 - 18.00 Adorazione libera e personale
  • ore 16.30              Adorazione Eucaristica Comunitaria
  • ore 18.00              Santo Rosario
  • ore 18.30              Solenne Concelebrazione inter-parrocchiale e  conclusione  dell'Quarant'ore.

mercoledì 25 febbraio 2015

Resoconto Quarta tappa Cammino AC 2014-15

Lunedì 23 febbraio 2015 si è svolto presso il cine Sacro Cuore il quarto incontro del percorso interparrocchiale per adulti orgnaizzato dall'Azione Cattolica. Un cineforum tenuto dal nostro arcivescovo mons. Francesco Cacucci, guida d'eccezione per scoprire il film "Still life" del regista Uberto Pasolini.
Una pellicola del 2013, premiata per la regia alla 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.


Il vescovo nella sua breve introduzione si è ricollegato al tema diocesano di quest'anno, paragonando la figura di Nicodemo che sorregge il corpo del Cristo, immortalata da Michelangelo nella pietà Bandini, all'atteggiamento protettivo del protagonista del film nei confronti dei suoi "utenti", persone morte in solitudine di cui ritrovare i parenti per dare loro l'ultimo saluto.

Durante il dibattito seguito al film sono emersi parecchi elementi interessanti per la discussione, ben moderata da mons. Cacucci, che anche durante la proiezione aveva suggerito alcuni interrogativi utili per comprendere meglio la pellicola.

Un primo intervento ha accostato il tema del film ai Sepolcri di Foscolo, a differenza del poeta il regista non sembra dubitare dell'importanza di una buona sepoltura, circondati dall'affetto delle persone amate.
Il protagonista cerca in ogni modo di assolvere al suo delicato incarico: raccoglie foto e oggetti per comprendere la psicologia del morto e scriverne un'orazione funebre personalizzata, cerca di ritrovare i suoi parenti prossimi, presenzia (spesso da solo) ai loro funerali, scegliendo con cura le musiche più adatte a ciascun individuo.
Con dolore, quasi fosse una sua sconfitta personale, sparge le ceneri di coloro di cui non sono stati trovati familiari, prendendo comunque tempo nella speranza di riuscire a trovare in extremis qualcuno cui affidarle.
Una abnegazione e dedizione al lavoro che, come ha fatto notare qualcuno, non viene in alcun modo apprezzata e valorizzata dai suoi datori di lavoro che anzi lo ritengono troppo lento nello svolgimento del suo incarico e decidono di licenziarlo, sostituendolo con impiegati più rapidi e dotati di meno scrupoli.

John May comunque chiede di poter terminare il suo ultimo incarico, l'alcolizzato Billy Stoke, morto in solitudine a pochi passi da casa sua e che lui non aveva mai visto prima. Una circostanza che denota anche la profonda solitudine di quest'uomo, completamente votato al suo lavoro tanto da non avere più contatti neanche con i propri vicini di casa.
Tutta la sua vita è contrassegnata da una profonda monotonia, quasi dei riti quotidiani e solo verso la fine del film proverà a cambiare un po' il suo modo di vestire e comportarsi, si aprirà addirittura uno spiraglio nella sua vita sentimentale dopo aver conosciuto Kelly, la figlia di Billy Stoke.
Forse. La sua morte improvvisa spezza apparentemente ogni illusione di cambiamento, di riscatto.
Un finale pessimistico, secondo alcuni, che esorta quasi a un disimpegno nei confronti dei propri doveri, fatiche che non vengono mai apprezzate.

Paradossalmente nel finale Billy Stoke verrà sepolto circondato dai suoi parenti e familiari, accorsi nonostante i maltrattamenti da lui subiti in passato, le violenze, gli abbandoni.  Una vittoria di John May, riuscito a portare a termine con successo il suo ultimo incarico.
Forse anche la sua sconfitta come uomo, condannato a morire in solitudine, come le persone che aveva rincorso per tutta la vita.

Mons. Cacucci ha invece insistito sul messaggio di speranza contenuto nel film, traducendo liberamente il titolo come "nuova vita", annunciata dalla folla di defunti che circondano John May al momento del suo funerale, quasi a voler ricambiare, a volerlo ringraziare del suo gesto d'affetto.


Scheda film


Still Life

locandina Still Life
   
Un film di Uberto Pasolini.
Con Eddie Marsan, Joanne Froggatt, Karen Drury, Andrew Buchan, Ciaran McIntyre
Drammatico, durata 87 min. - Gran Bretagna, Italia 2013.


Trama
John May è un solitario funzionario comunale, il cui lavoro consiste nel rintracciare i parenti più prossimi delle persone morte in totale solitudine. May svolge il suo lavoro con estrema meticolosità e conduce una vita tranquilla e ordinaria, fatta di ossessivi riti quotidiani. Un giorno gli viene affidato il caso di Billy Stoke, un uomo alcolizzato morto in solitudine a pochi passi da casa sua. Così inizia a raccogliere indizi sulla sua vita e a cercare le persone a cui è stato legato. Ma a causa della crisi economica gli viene comunicato che il suo ufficio sta per essere ridimensionato e sarà licenziato in quanto in esubero. John May non si abbatte e convince il suo capo a concedergli qualche giorno per portare a termine il suo ultimo caso. Durante le sue ricerche conosce Kelly, la figlia di Billy Stoke abbandonata durante l'infanzia, e nei suoi viaggi, alla ricerca delle persone che hanno conosciuto Stoke, John May ha modo di riassaporare la vita. Non durerà molto e anche lui morirà in totale solitudine, come tutti quelli che ha seguito durante il suo lavoro, i quali, in un finale onirico e coinvolgente, lo omaggeranno grati.

Link utili per appofondire
http://it.wikipedia.org/wiki/Still_Life_(film_2013)
http://www.mymovies.it/film/2013/stilllife/ 


 

martedì 24 febbraio 2015

Bollettino parrocchiale Quaresima 2015







Informiamo la comunità parrocchiale che è disponibile online il nuovo numero del nostro bollettino parrocchiale Voce... della comunità, liberamente scaricabile dal seguente indirizzo:
Dallo stesso indirizzo possono essere prelevati anche tutti i numeri usciti finora, semplicemente cliccando sul link corrispondente.
Il file verrà scaricato in formato PDF zippato.

 Voce... - Febbraio 2015

In questo numero

  •     L'angolo di Don Giuseppe: Un modo diverso di vivere
  •     Il nostro cammino Quaresimale
  •     Insieme Costruttori di Pace
  •     La carità secondo Papa Francesco
  •     Voce... della Parrocchia: 10 anni insieme
  •     Catechista e... mamma!
  •     A tutto carnevale
  •     "Con tutto il cuore". A scuola di carità
  •     Inaugurazione dell'anno giudiziario rotale
 

martedì 3 febbraio 2015

San Francesco - Quarant'ore 2015

Si svolgerà domenica 8 febbraio 2015 alle ore 16.30 presso la chiesa di San Francesco l'Adorazione Eucaristica Comunitaria in occasione delle Quarant'ore.

 Il programma prevede:
  • Domenica 08 febbraio 2015
  • ore 8.00 Santo Rosario
  • ore 8.30 Santa Messa (al termine ci sarà l' esposizione del SS. Sacramento) 
  • ore 9.30 - 16.30 Adorazione libera e personale
  • ore 16.30 Adorazione Eucaristica Comunitaria
  • ore 18.00 Santo Rosario Eucaristico
  • ore 18.30 Liturgia della Parola e Benedizione Eucaristica
Lunedì 09 febbraio 2015
  • ore 7.30 Esposizione del SS. Sacramento
  • ore 8.00 - 18.00 Adorazione libera e personale
  • ore 18.00 Santo Rosario Eucaristico
  • ore 18.30 Santa Messa
 Martedì 10 febbraio 2015
  • ore 7.30 Esposizione del SS. Sacramento
  • ore 8.00 - 18.00 Adorazione libera e personale
  • ore 18.00 Santo Rosario Eucaristico
  • ore 18.30 Santa Messa solenne e conclusione delle Quarant'ore


mercoledì 21 gennaio 2015

resoconto Terza tappa Cammino AC 2014-15

incontro Santa Lucia 01
Lunedì 19 gennaio 2015 si è svolto presso la parrocchia di Santa Lucia il terzo incontro del percorso per adulti promosso dall'Azione Cattolica interparrocchiale sul tema "Contempl-attivi - Vivere e servire la giustizia"
Dopo una breve introduzione di Filippo De Bellis, ha preso la parola il magistrato Roberto Rossi che ha sottolineato l'importanza dell'AC nella sua formazione religiosa e umana e, ricordando l'esempio e la tragica fine di Vittorio Bachelet, ha notato che oggi spesso i magistrati soiano martiri della fede.
Bachelet fu ucciso in un periodo difficile per l'Italia, in cui il paese era in bilico e la democrazia a forte rischio.
Eppure la sua tragica fine rappresentò anche un segno di speranza, grazie al gesto spontaneo del perdono degli assassini da parte di suo figlio durante il suo funerale.
Bachelet era una figura molto impegnata, ma anche molto presente nei riguardi della famiglia e dei colleghi.
Una persona di grande mediazione, che non considerava la politica come luogo del conflitto, dello scontro ideologico, ma come terreno dove prendere decisioni comuni, mediando tra le diverse idee, mettendo insieme le persone, nonostante le differenze.

incontro Santa Lucia 02


Un metodo appreso forse nell'Azione Cattolica. basato in primo luogo sull'ascolto, primo passo per provare a mettere insieme persone con idee differenti.
Roberto Rossi, nei suoi quattro anni a Roma presso il Consiglio Superiore della Magistratura ha potuto verificare di persona quanto sia ancora vivo il  ricordo  di Bachelet e attuale il suo metodo, basato sulla capacità di fare comunione e mettere insieme pezzi di vita.
Altri importanti testimoni del vangelo in magistratura sono stati Rosario Livatino e Guido Galli, entrambi oggi in via di beatificazione ed entrambi uccisi solo perché svolgevano bene il proprio lavoro.
Vivere il vangelo nel mondo della giustizia non implica grandi lotte, grandi gesti, ma spesso solo la testimonianza frutto del quotidiano, la capacità di lavorare intensamente, ascoltare e soprattutto non considerarsi migliori degli altri, sia dei colleghi, sia di chi si va a giudicare. È importante imparare a lavorare insieme agli altri, unendo le persone.

Provocatoriamente, Rossi ha fatto notare che il primo entrato in Paradiso non è stato un giudice, ma il buon ladrone, salvato perché ha riconosciuto l'importanza di Gesù.
Poi ha citato una frase del Siracide (Sir 7,6 ) posta su un muro della Corte d'Appello di Bari che dice "Non cercare di divenire giudice perché la forza del potente non ti faccia arretrare [...]" per evidenziare quanto il ruolo del giudice serva come limite ai potenti e servizio ai più deboli.
Il giudice non deve temere il potente e il coraggio è l'unico modo per lavorare bene, senza farsi influenzare dall'esterno.
In questo modo diventa testimone, non per le proprie capacità, ma per una scelta di vita.

Ognuno di noi ha bisogno id fare scelte di coraggio, contro il menefreghismo attuale, in favore dei nuovi poveri che oggi sono spesso i ragazzi che si affacciano sul mondo del lavoro.
Il Vangelo ci chiede di fare bene il nostro lavoro, semplicemente, come servizio ai più poveri, senza credersi migliori degli altri o voler imporre le proprie idee.
È seguito un ricco momento di dibattito.

incontro Santa Lucia 03


Filippo De Bellis ha chiesto se essere magistrato, dover dare un giudizio induce in tentazione, porta al rischio di contiguità al potere.

Antonio Notarnicola
nota come oggi la giustizia sia molto di attualità. Spesso si chiede che sia fatta giustizia, ma poi non si è mai contenti delle sentenze. Come mai tanti sono insoddisfatti ? La giustizia umana va d'accordo con quella divina?


Non esiste una soluzione giusta in base al vangelo o alle relazioni umane, è una questione di applicazione della legge. Non c'è un valore assoluto valido per tutti, comunque ci sarà qualcuno insoddisfatto: il condannato, la vittima o i loro parenti.
La giustizia divina va al di là delle nostre leggi.
Il giudice non deve essere amato, cercare il consenso, ma cercare di applicare le leggi e rispettarle, correndo il rischio di sbagliare.
Ha citato come esempio un caso concreto di un errore giudiziario, in cui il vero colpevole non era quello che si credeva, nonostante le prove e una confessione di colpevolezza. In questi casi a volte solo l'abilità del giudice riesce a comprendere la verità dei fatti.

Il giudice ha il dovere come laico di accertare la verità e individuare il colpevole, come cristiano di usare misericordia che non vuol dire astenersi dal condannare o infliggere pene, ma piuttosto evitare ogni disprezzo morale e comprendere il pentimento.
Nella realtà non c'è una distinzione netta tra buoni e cattivi. La più grossa tentazione del magistrato è dire chi è colpevole o innocente, pensare di poter decidere su tutto (credersi Dio), essere autoreferenziale.
Ricordando in suo periodo di lavoro al CSM, ha messo in evidenza la difficoltà a dover decidere chi ha ragione e chi ha torto, di dover infliggere provvedimenti disciplinari e sanzioni ai colleghi. Il magistrato in genere non gradisce di essere sottoposto a giudizio e a volte solo trovandosi dall'altra parte comprende la difficoltà di chi viene giudicato.
C'è sempre la tentazione del delirio di onnipotenza, tipico di tutti i luoghi e ruoli di potere (medici, magistrati, politici, etc).
Per fortuna alla fine dei 4 anni al CSM si torna al proprio posto e altri giudicheranno il tuo operato; in questo modo si evita di affezionarsi al potere. Ognuno di noi gestisce un pizzico di potere. Per non farsi travolgere dalla logica del potere occorre esercitarlo quasi come un fastidio, come se si fosse costretti a farlo, ma comunque sempre bene.

Vito Giannelli ha chiesto come ci si rapporta con la paura di sbagliare, con il conflitto interno di chi deve giudicare, spesso in base a pochi elementi.

Il magistrato deve accettare il fatto di poter sbagliare e correre il rischio di fare del male a una persona. Ma c'è un sistema che in parte permette di riparare; la valutazione di un fatto da parte di più persone permette maggiore obiettività. Occorre migliorarsi professionalmente per evitare di sbagliare molto.

Gianni Fraccalvieri, riallaciandosi all'affermazione che le grandi esperienze sono quelle del quotidiano, ha chiesto se abbiamo ormai smarrito la capacità di opporci alle piccole ingiustizie, al non rispetto delle regole. Se abbiamo paurta di comprometterci ed essere annunciatori di verità.

Un altro intervento  chiedeva se vista dai palazzi del potere, c'è ancora la speranza di un mondo migliore.
Potremo stare meglio? Non possiamo tornare indietro, ma c'è una speranza che il paese e i cittadini possano crescere in positivo, anche come cittadini.

Don Marino, paragonando il ruolo del giudice a quello del confessore, ha notato la difficoltà a volte a dare un giudizio in poco tempo, senza la necessaria preparazione. Le liturgie o le catechesi possono essere preparate, migliorate con lo studio; la confessione dipende dal soggetto che si accosta al sacramento, dal rapporto che si crea con il confessore, tutti elementi che variano in modo imprevedibile.

Filippo Gisotti ha ribadito che amare Gesù è la condizione necessaria, rifacendosi al testo diocesano su Nicodemo che ascolta il Signore e si apre alla speranza, opuscolo che ha consigliato a tutti i presenti.


Don Giuseppe
Di Corrado ha chiesto se la giustizia ha un contenuto di affetto, di amore quando viene applicata. Spesso anche i cattolici non si comportano in maniera evangelica e la gente vive la sfiducia verso l'attuazione della legge, che non aiuta i poveri. Resta solo un desiderio di giustizia.

Nicola Romanelli
ha ribadito che i cristiani non possono avere un atteggiamento passivo e tristezza nei discorsi. "Non ce lo possiamo permettere"  ha concluso citando il brano di Caparezza perché abbiamo altro dentro, la speranza che ci viene da Dio.

Anche Michele Gaudiomonte ha sottolineato la necessità di riscoprire la speranza nel domani e nell'amore dell'uomo, nonostante il nostro sistema di giustizia si basi spesso su grandi ingiustizie e disparità di trattamento. Occorre credere nella novità dei legami e dell'amore profondo.

Antonio Colagrande rappresentante del Consiglio Diocesano Adulti
, dopo aver salutato l'assemblea a nome del Consiglio e elogiato il percorso interparrochiale in corso, è tornato sulla figura di Vittorio Bachelet, martire della fede che ha riportato al centro dell'AC (e della chiesa) l'importanza della scelta religiosa, in un periodo difficile di contrasto/competizione con i nascenti nuovi movimenti ecclesiali e rischio di asservimento ai partiti politici.


Il giudice Roberto Rossi ha concluso l'incontro prendendo atto della situazione drammatica per la giustizia, l'economia e la chiesa, ma ribadendo che la gente ci chiede speranza, la capacità di guardare al futuro anche attraverso i piccoli gesti concreti, come spesso fa oggi papa Francesco.
Ha ricordato che  piccoli gesti sono di una forza inaudita e che un buon giudice deve applicare la legge, senza sconti o accanimenti, ma sempre senza giudicare le persone.
All'incontro è intervenuta anche la vice presidente diocesana adulti Maria Campanile.

incontro Santa Lucia 04