giovedì 13 marzo 2014

Adulti AC - Quinta tappa percorso

Mercoledì 12 marzo 2014 si è svolto nel cine-teatro Sacro Cuore il quinto incontro del percorso interparrocchiale di Azione Cattolica dedicato alla giustizia.
Tema della serata "Giustizia e legalità" affrontato con l'aiuto di don Filippo Ferlita, cappellano militare del 36 Stormo e don Mario Natalini, parroco del Sacro Cuore.
Era prevista anche la presenza del giornalista RAI Enzo Quarto, direttore della scuola di comunicazioni sociali "don Vito Marotta", trattenuto in extremis da impegni di lavoro.

La prima parte della serata è stata dedicata alla visione del film "La città ideale" di Luigi Lo Cascio .  locandina film La città ideale
Protagonista del film l'architetto siciliano Michele Grassadonia, fervente ecologista, trasferitosi a Siena per promuovere un progetto di risparmio energetico che mira alla costruzionedi una città ideale dal punto di vista ambientale. Un personaggio quasi maniacale nel suo impegno per la raccolta differenziata e la lotta agli sprechi energetici, tanto da suscitare le lamentele dei suoi colleghi di lavoro.
Una sera, mentre va a prendere una sua collega per accompagnarla a una cena, usando una macchina ecologica presa in prestito da un amico, qualcosa gli attraversa la strada, facendogli perdere il controllo della macchina e terminare la corsa contro un'altra vettura. Dopo l'urto, l'uomo scende prontamente dalla macchina e torna indietro per capire cosa abbia urtato, ma non trova niente. Riparte, dopo aver lasciato un biglietto con i suoi dati sul parabrezza dell'auto danneggiata e dopo un po' nota un oggetto ingombrabnte sul bordo della carreggiata. Torna indietro per spostarlo ed evitare pericoli per gli automobilisti e si rende conto che si tratta di un uomo ferito.
Prontamente chiama i soccorsi e inizialmente viene osannato dalla stampa per la sua meritoria opera di salvataggio.
Il suo atteggiamento apparentemente ambiguo e reticente mette in allerta le forze dell'ordine che cominciano addirittura a sospettare  che possa essere lui l'investitore dell'uomo soccorso; di qui l'inizio di una vicenda giudiziaria paradossale, complicata dalle sue ferrre regole morali che gli impongono la ricerca della verità ad ogni costo.
 tavolo relatori 1Al termine della proiezione, che sembrerebbe quasi suggerire la pericolosità di aiutare gli altri e il rischio di trovarsi coinvolti in vicende spiacevoli, don Filippo ha ricordato le proprie origini siciliane ei pregiudizi che spesso accompagnano le regioni del sud, considerate solo terra di mafia, camorra, ndrangheta e criminalità in genere.
Purtroppo oggi sta emergendo che tali realtà deleterie non siano propri circoscritte solo alle regioni meridionali, ma anzi oggi tendano a sviluppare i propri affari in ogni zona della penisola e del mondo.
Contro la comoda tendenza all'indifferenza e al disimpegno, don Filippo ha ricordato alcuni testimoni della legalità (i giudici Falcone, Borsellino e Livatino, padre Puglisi e tanti altri), evidenziando come spesso emerga l'indifferenza rispetto alle vicende che coinvolgono gli altri mentre noi invece vorremmo aiuto e comprensione.
Non serve una città ideale, ma cittadini ideali.
Noi cosa siamo disposti a sacrificare in nome della legalità, della verità? - ci ha chiesto infine in maniera provocatoria.

Don Mario ha ricordato di aver cominciato proprio a Palermo il proprio cammino sacerdotale, invitando tutti ad esssere assetati di giustizia e ricordando l'esempio di don Luigi Citotti e di una la chiesa che lotta per la giustizia.
Spesso invece siamo solo spettatori indifferenti invece che impegnarci per la giustizia. Non solo la nostra, quella che ci fa comodo.
L'ingiustizia può anche essere colpa nostra, nascere dalla nostra paura di testimoniare. Bisogna superare l'indifferenza, l'apatia.
Come cattolici dobbiamo lottare per una chiesa più giusta e come cittadini costruire una società più giusta.
Non basta criticare gli altri; occorre anche fare autocritica. Il Regno viene se anche noi collaboriamo.

Nel primo intervento che ha aperto il breve dibattito una ragazza ha evidenziato come nel film emergano un senso di persecuzione, quasi di martirio del protagonista e l'interrogativo se si possa avere fede nella giustizia.
Una giustizia che perseguita gli innocenti e uomini di legge che consigliano il patteggiamento piuttosto che la ricerca della verità.

La fede ci invita alla giustizia. Dobbiamo fidarci di Dio e poi avere un atteggiamento di denuncia: individuare le cose che non vanno, valorizzando quel che c'è di buono. Annunciare le cose che funzionano, sapendo rinunciare ad alcune cose, agli sprechi, in un atteggiamento volto alla custodia del Creato.
Papa Francesco ha detto che il laico deve essere discepolo e missionario insieme. La parrocchia deve essere aperta al dialogo, non ci si deve chiudere nel proprio orticello. I laici devono riscoprire il compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, bussola per orientarsi nella società.

Gianni Fraccalvieri, ha ricordato il recente omicidio a Gravina di Pietro Capone, semplice cittadino impegnato per la legalità, evidenziando quanto questa triste vicenda e quella raccontata nel film ci interroghino come cittadini.
Il rispetto delle leggi è un principio fondamentale. Paragonando il protagonista al buon samaritano, ha ricordato che il Vangelo ci sprona a vivere e a batterci per la giustizia.
Ma quali conenuti e valori dobbiamo dare al nostro essere cittadini?

Filippo De Bellis ha commentato che spesso cerchiamo la città ideale fuori da noi, lontano dal nostro paese come il protagonista del film (finché non c'è qualche incidente di percorso).
Vediamo sempre il meglio che c'è altrove invece di costruire la città ideale.
Ribadita l'importanza di conoscere la Dottrina Sociale della Chiesa, gli strumenti che dovremmo avere e i frutti che già ci sono nella società.
Occorre conoscere i pericoli, sapere che l'impegno può essere rischioso mentre il disimpegno, il non fare niente non comporta rischi. Perché cambi qualcosa  bisogna lottare fino in fondo pur sapendo di correre dei rischi.

L'ultimo intervento ha sottolineato le scelte ecologiste controcorrente del protagonista del film, la sua rinuncia al possesso di un'auto paragonandole a quelle di Papa Francesco in coerenza con uno stile di povertà evangelica.

tavolo relatori 2

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