Si è tenuto
martedì 21 aprile alle ore 19.00 presso il teatro della parroccchia Immacolata l'incontro
"Mettiamoci in gioco",
riflessioni sulle conseguenze del gioco d'azzardo, quinta tappa del
percorso organizzato dall'AC interparrocchiale di Gioia in
collaborazione con Libera (presidio Donato Boscia).
Ospite della serata la dott.sa
Margherita Taddeo, psicologa psicoterapeuta, portavoce regionale della campagna nazionale
"Mettiamoci in gioco" della
FeDerSerD , impegnata dal 1992 nel settore delle dipendenze e dal 2004 nella dipendenza da gioco d'azzardo presso il Ser.D. di Taranto.
Il
moderatore Filippo De Bellis ha introdotto brevemente l'iniziativa,
nata per regolamentare il gioco d'azzardo e limitarne la pubblicità.
Il
gioco è apparentemente oggi per lo stato una fonte notevole di
guadagno, un fenomeno in crescita disponibile vicino casa, in qualsiasi
tabaccheria, non più relegato in pochi casinò specializzati come un
tempo. Dobbiamo considerare però anche i tanti soldi che devono essere
spesi per arginare le conseguenze negative del GAP (Gioco d'Azzardo
Patologico), un fenomeno che crea dipendenza come una droga,
classificato come una vera malattia, anche se al momento ancora escluso
dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
La dott.sa Taddeo ha
sottolineato l'impegno della Federserd, che da poco opera anche in
Puglia, contro l'incontrastato proliferare di occasioni di gioco che
solo nel 2013 hanno portato a 6800 pazienti in trattamento.
Difficile
avere dati ufficiali sul fenomeno: si stima che il 42% degli italiani
abbia giocato almento una volta nel corso dell'anno e che ci siano nel
nostro paese circa 1 milione di giocatori patologici.
Un fatturato
nel nostro paese di 84727 milioni di euro nel 2013 e 84485 nel 2014,
dati che ci collocano al 4° posto nel mondo per la spesa dedicata al
gioco e addirittura al 2° se si considera il gioco pro capite in base al
numero di abitanti. Cifre enormi, soprattutto in un periodo di crisi in
cui chiudono molti negozi e invece aprono continuamente locali da
gioco.
In persone predisposte sottoposte a continui stimoli di
gioco il normale gioco ricreativo volontario può trasformarsi in
patologia, creando una vera e propria dipendenza che, a differenza delle
dipendenze classiche non coinvolge solo l'individuo, ma tutto il nucleo
familiare, con conseguenze molto gravi.
I sintomi sono simili alla
dipendenza da sostanze con fenomeni fisici e psichici di astinenza e un
alto rischio di suicidio. Si può prevenire, ma solo se viene fatta una
diagnosi precoce.
La dipendenza deriva da una serie di fattori
individuali (ricerca sensazioni forti, scarso controllo impulsi) e/o
ambientali (famiglia problematica o in cui si gioca regolarmente).
I
più pericolosi sono i giochi veloci (slot, lotto 10) che creano
dipendenza perchè danno un risultato immediato a differenza dei vecchi
giochi in cui c'era un rituale d'attesa che dava un maggiore tempo per
rendersi conto delle proprie azioni.
Il gioco viene di solito classificato secondo tre stadi di gravità crescente:
- gioco ricreativo
- gioco d'azzardo problematico
- gioco d'azzardo patologico.

Il
gioco inizialmente consente un aumento dell'autostima e
l'allontanamento dai problemi personali, ma poi subentra una perdita di
lucidità, l'illusione di poter tenere il fenomeno sotto controllo. Si
entra così nel gioco problematico che porta all'aumento del tempo
dedicato al gioco e delle cifre giocate e conseguenze negative come
indebitamento, menzogne, aggressività, picoli furti domestici, debiti.
Nei casi più gravi si può arrivare fino al suicidio.
Il GAP coinvolge
tutta la famiglia che subisce le conseguenze dell'indebitamento e della
continua richiesta di soldi, dei repentini cambi di umore e di
comportamento, degli scatti d'ira improvvisi e della scarsa
responsabilità, ritrovandosi infine con una ridotta disponibilità
economica.
Una situazione negativa che si riflette sulla vita dei figli che tendono a isolarsi.
Possiamo individuare alcuni fattori di rischio
- fattori individuali (età precoce, ansia e disturbi dell'umore, bassa autostima, predisposizione genetica, uso di alcool o stupefacenti)
- fattori familiari (separazione e divorzio, lutto, pensionamento o cambi improvvisi di stile di vita, mancanza di interessi e valori).
come anche alcuni
fattori protettivi
(responsabilità, autostima, capacità di risolvere i problemi o problem
solving, stabilità emotiva, supporto da parte dei genitori e della
famiglia).
Il gioco è uno specchio dell'attuale crisi di valori
culturali e comporta una perdita del senso del denaro, della percezione
del suo reale valore.
In Italia ancora non è regolamentato e il GAP
non viene considerato una dipendenza e spesso non viene affrontato per
mancanza di finanziamenti.
Per prevenire i disturbi derivanti dal
Gioco d'Azzardo Patologico sono fondamentali i rapporti umani e le
relazioni (famiglia, scuola, comunità).
La campagna di Mettiamoci
in gioco" riunisce 30 associazioni aderenti e vari coordinamenti
regionali che cercano di sensibilizzare sui rischi derivanti dal gioco
d'azzardo e propongono di porre un freno alle liberalizzazioni nel
settore, di vietare la pubblicità del gioco e di inserire il GAP nei LEA
(
Livelli Essenziali di Assistenza ).
Nel corso del successivo dibattito sono emersi subito due interrogativi:

Di
certo è irreale pensare di eliminare il gioco d'azzardo perché esiste
anche quello illegale, spesso gestito dalla criminalità organizzata, su
cui non abbiamo alcun dato ufficiale e il fenomeno emergente del gioco
online, spesso non regolamentabile perché basato ufficialmente in paesi
stranieri.
Non ci sono regole precise per l'apertura dei locali da gioco; la pianificazione è delegata solo alla buona volontà dei sindaci.
La
dipendenza dal gioco è spesso conseguenza di altre disfunzioni per cui
nella cura bisogna tener conto dell'aspetto psicologico, educativo e
sociale.
Scarso l'uso dei farmaci per combattere questa patologia.
Nicola
R. intervenuto a nome del presidio Libera Gioia, ha sottolineato che
l'impegno di Libera è rivolto soprattutto contro il gioco ilegale,
dietro cui ci sono le grandi famiglie della criminalità organizzata che
usano il gioco come lavanderia per riciclare i proventi illeciti.
Ha suggerito di approfondire il tema leggendo il dossier
Azzardopoli
, scaricabile dal sito di Libera e invitato le associazioni locali ad
affrontare questi temi nelle scuole e a presentare una proposta comune
alla nuova amministrazione comunale per regolamentare l'installazione di
slot machine e altri tipi di gioco.
Filippo D.B ha precisato
che, in assenza di una legge nazionale, il sindaco non può limitare la
pubblicità o la presenza di locali di gioco o centri scommesse senza
l'appoggio di una campagna d'informazione e di una rete di associazioni e
cittadini.
Per installare le slot è necessaria un'autorizzazione del
Comune, ma non serve se vengono poste in un'attività commerciale già
esistente. Anche il limite previsto di porre questi locali a 300 metri
da suole e luoghi di culto viene facilmente aggirato, essendo delegata
la vigilanza solo alla buona volontà del comune.
La campagna
"Mettiamoci in gioco"
punta su slogan e una informazione semplice per sottolineare che , in
base al calcolo delle probabilità, giocando "si perde sempre" e che nel
gioco d'azzardo la vincita non dipende dalal bravura del giocatore, ma
solo dal caso.