giovedì 14 novembre 2013

Adulti AC - prima tappa percorso

 
Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
 Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».


Mercoledì 13 novembre alle ore 19.30 presso la parrocchia San Vito Martire si è svolta la prima tappa del percorso interparrocchiale "Con Giustizia, i mercoledì di A.C per gli adulti" organizzato dall'AC della parrocchia Immacolata.
Ha introdotto l'incontro don Giosy, vice direttore diocesano settore adulti di AC, commentando l'icona biblica del cammino 2013-14 ( Mt 22, 1-14).

Ogni evangelista si rivolge ad un pubblico diverso, ordinando le vicende della vità di Gesù in base al destinatario. Nel caso di Matteo il messaggio è rivolto ai cristiani provenienti dall'ebraismo, al popolo eletto che Dio si è scelto, rappresentato dagli invitati alle nozze.
Nella parabola Gesù sottolinea che l'INVITO non è un diritto, una cosa dovuta, ma dipende dalla nostra risposta.
Gli ebrei hanno perso la loro priorità di nascita, la salvezza viene offerta a ogni popolo. Non si nasce cristiani, ma lo si diventa. Un atteggiamento di chiusura impedisce la crescita, dare la priorità alle nostre cose rispetto a quelle di Dio ci rende NON DEGNI di invito.
Insiste sull'invitato privo della veste nuziale. privo dell'ABITO (la dignità, in che misura la mia vita risponde alla chiamata di Dio).
Tutti noi siamo INVITATI (il dono ricevuto da Dio), ma non posso salvarmi senza anche la mia responsabilità (l'ABITO nuziale).
L'opera della grazia ha bisogno anche dell'apporto umano.
Non basta l'adesione all'AC, che spesso ci porta al rischio dell'autosufficienza, dell'isolamento nelle nostre parrocchie, nei nostri incontri; occorre aprirsi alla dimensione diocesana e nazionale.

Sono poi seguiti vari interventi.
  • Gianni F. ha ribadito l'importanza di questo percorso interparrocchiale, cammino comune della Chiesa locale incentrato sulla Giustizia.
  • Vittorio ha chiesto come si concilia la cacciata dell'uomo senza abito nuziale con  amore e la misericordia di Dio. Non è un limite alla misericordia di Dio, ma un richiamo alle nostre responsabilità, a non considerarci salvati automaticamente. Dobbiamo rendere conto della nostra vita, delle nostre scelte. Dobbiamo lasciarci amare da Dio, ma tenere sempre presente che i tempi non dipendono da noi, ma da Dio.
  • don Mario N. ha chiesto provocatoriamente come l'AC si pone nei confronti degli altri gruppi ecclesiali.
  • Caterina ha ribadito la necessità che l'AC sia presenza forte sul territorio, lamentando il supporto della comunità parrocchiale.
  • Tommaso ha indicato la scelta di AC come desiderio di azione, di impegno per la Chiesa.
  • Leonardo ha definito i soci come persone che lavorano in parrocchia con un'apertura al mondo esterno.
  • Teresa ha ricordato che gli adolescenti hanno bisogno di adulti per crescere e si è chiesta cosa fare per le famiglie.
Don Giosy ha commentato gli interventi, indicando la necessità di iniziare un percorso senza farsi scoraggiare dalle avversità, dalla scarsa partecipazione, ma al tempo stesso senza esaltarsi troppo per i grandi numeri o puntare tutto sull'attivismo, sulle tante cose da fare.
Qual è lo specifico dell'AC ? La ricchezza dell'AC è in un modo di vivere la Chiesa.
Don Giosy ha sottolineato l'importanza di dare la priorità al cammino degli Adulti (l'ossatura dell'associazione) e dei Giovani prima dell'ACR perchè la formazione dei ragazzi richiede la presenza di educatori preparati. E la necessità di aprirsi alla diocesanità e interparrocchialità, facendo lo sforzo di camminare insieme.

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