giovedì 5 dicembre 2013

Adulti AC - seconda tappa percorso

 Mercoledì 4 dicembre 2013 si è svolto alle ore 19.30 presso la parrocchia Immacolata il secondo incontro del percorso interparrocchiale di Azione Cattolica, curato dall'AC della parrocchia di Santa Lucia.
Tema della serata "La verità della Chiesa sulla giustizia. Annunciare ciò che è giusto. L'uomo oggi cerca la giustizia? Quale?" ossia il rapporto tra Chiesa e giustizia, affrontato con l'aiuto di Mons. Nicola Dileo, giudice presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese (oltre che ex parroco e ex insegnante), che ha saputo miscelare sapientemente citazioni evangeliche e filosofiche con aneddoti divertenti, riuscendo a tenere viva l'attenzione del pubblico.
Il relatore ha esordito confessando di avere un effetto soporifero sugli astanti e di tendere a dilungarsi troppo. Un modo simpatico per rompere il ghiaccio e per entrare subito in sintonia con il pubblico, che invece lo ha seguito con vivo interesse. Ha parlato a braccio, arricchendo la sua esposizione con citazioni di autori famosi.

Don Nicola ha cominciato il suo lungo viaggio su Chiesa e giustizia (che proverò a sintetizzare!) dal Discorso della montagna narrato nel Vangelo di Matteo, elencando le antinomie (avete udito... ma io vi dico) che prospettano un diverso modo di intendere la giustizia. Non più quella degli scribi e dei farisei, basata su regole troppo rigide, imposte solo agli altri, ma una giustizia superiore. Quella che il teologo Dietrich Bonhoeffer indicava con il termine greco "perisson" (? grafia incerta)  che indica ciò che sta fra l'ordinario e il soprannaturale.
Il cristiano deve andare al di là della linea di demarcazione, del naturale. Il Signore ci chiede una giustizia superiore.
Nella Bibbia la parola giustizia ha tre livelli:
  • rettitudine,
  • conformità alla volontà di Dio,
  • essere amici di Dio.
Per gli ebrei i Giusti sono coloro che si pongono in sintonia con Dio e aiutano gli altri.
Dopo la seconda guerra mondiale il termine viene usato anche per indicare coloro che si sono impegnati per salvare il popolo ebreo dalla repressione nazista.

Sant'Agostino diceva con decisione  che "Dove non c'è la giustizia non esiste lo stato" e che "I grandi imperi sono dei grandi furti e senza la giustizia coloro che governano sono solo una banda di ladri.
Egli divideva la storia dell'uomo in 6 periodi:
  • da Adamo a Noè;
  • da Noè a Davide;
  • fino alla deportazione babilonese;
  • fino a Cristo;
  • l'ultima venuta alla Fine dei tempi.
Diceva anche che ci sono due modelli: chi ama Dio fino a disprezzare se stesso (Abele) e quelli che hanno l'amore di sè fino al disprezzo di Dio (Caino, la città del demonio). Citava anche l'episodio dell'incontro tra Alessandro Magno e un pirata in cui quest'ultimo faceva notare al grande condottiero come in fondo tra loro non ci fosse molta differenza: uno conquistava e saccheggiava nazioni, l'altro depredava le navi. In fondo entrambi rubavano.
Anche secondo Santa Caterina l'ingiustizia è amare se stessi fino a disprezzare Dio.

La giustizia è dare a ciascuno ciò che è suo. Può essere commutativa (io dò a te e tu a me), distributiva (evitare i contrasti tra chi ha troppo e chi troppo poco) oppure retributiva (data in rapporto al merito di ciascuno).
Secondo San Tommaso d'Aquino esistono tre tipi di leggi:
  • la legge degli uomini;
  • la legge naturale (che riusciamo a cogliere istintivamente con la nostra ragione, l'imperativo categorico di Kant);
  • la legge di Dio.
Le leggi ci impediscono di fare il male. Esse derivano secondo Hobbes dal contratto sociale, un accordo per ubbidire a un solo uomo, stabilito per impedire agli uomini di distruggersi a vicenda.
Senza verità non può esserci giustizia.
Pico della Mirandola nel De dignitate hominis dice che due sono le cose necessarie: il sole e la verità.
Ma il danno maggiore viene se si oscura la verità.
Quando Dio ha creato l'universo ha dato un posto ad ogni cosa, ad ogni creatura. Poi ha creato l'uomo e lo ha messo al centro dell'universo, dandogli il libero arbitrio, il potere di innalzarsi fino agli angeli o degradare fino alle bestie). L'uomo è ciò che sceglie di essere.

La Gaudium et spes sottolinea che non dobbiamo chiedere a nessuno il diritto di essere liberi. La giustizia richiede un'opera di liberazione del fratello, unita alla misericordia e al perdono. Anche il perdono fa parte della giustizia che non deve essere fredda esecutrice delle leggi.
Nessuno si salva da solo. L'altro non è un impedimento, ma diventa l'interlocutore della tua anima.
In Dio giustizia e misericordia vanno insieme, non c'è contrapposizione.
Giustizia è anche accorgersi dei poveri:
  • poveri di età (troppo piccoli o troppo vecchi);
  • poveri di amicizia (solitudine);
  • poveri di mezzi;
  • poveri di cultura
  • e anche chi è tanto povero da non sapere di cosa ha bisogno.
Non ci capiamo più, ci siamo scavati dei solchi di anonimato in cui non siamo nessuno.

Per concludere don Nicola ha raccontato una favoletta e altri aneddoti divertenti della sua lunga esperienza come parroco.
Un giorno la paura entrò in un villaggio e tutti si chiusero nelle loro case, abbracciandosi, chiudendosi con cura per non farla passare.
La paura bussava alle loro porte, ma nessuno osava aprire. Tutti si nascondevano.
Dietro l'ultima porta c'era la Fede. Aprì la porta e subito la paura scomparve.

Al termine dell'incontro Gianni Fraccalvieri ha ringraziato don Nicola per questo incontro che ci ha arricchiti tutti, sottolineando la bella definizione di giustizia come costante e perpetua volontà di dare a ciascuno ciò che è suo.
Giustizia anche come dovere di denunciare le ingiustizie, di aiutare le nuove generazioni a far crescere il senso critico e il senso della legalità.


Non sempre ciò che è legale è anche giusto. La cosa peggiore è non servire a niente.
Tutti abbiamo il diritto di essere amati e il dovere di amare.

Don Marino De Caro ha sollecitato ad evitare il vittimismo e la tendenza a lamentarsi: se vuoi che il tuo paese sia pulito, non criticare chi non fa niente, ma impegnati in prima persona. Se ognuno mantiene pulito davanti a sè, nel suo piccolo, la città è pulita.

Filippo Gisotti ha chiesto se il dovere di amare è in contrasto con il libero arbitrio.
Nessuno può vivere da solo e dobbiamo sentirci in dovere di aiutare l'altro. La nostra libertà è libertà di fare il bene (non di fare il male).
Se non puoi essere utile a tutti; sii utile almeno a qualcuno.  Sii utile almeno a te stesso.

Antonio Notarnicola ha chiesto se nella realtà odierna prevale solo l'umano o nella chiesa c'è anche il sacro. C'è la speranza nella chiesa?
Dobbiamo capire cosa è umano. Ormai ognuno si arrangia come può senza pensare agli altri e questo non è umano.

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