sabato 14 dicembre 2013

Ricordo di don Rocco Passiatore


 Martedì  10 dicembre 2013 la parrocchia di santa Lucia ha voluto ricordare il suo primo parroco don Rocco Passiatore.
L'appuntamento era inizialmente previsto per il 1 settembre, data del cinquantesimo anniversario della sua morte, poi per varie ragioni è stato necessario posticiparlo e la Commissione Famiglia-Cultura ha preferito includerlo nel programma per i festeggiamenti in onore di santa Lucia.
Il prof. Franco Giannini ha tracciato una breve biografia di don Rocco Patrizio Passiatore, nato il 20/03/1878 da Vito (proprietario) e Marianna Milano (filatrice).
Un quadro ricavato soprattutto esaminando atti ufficiali o fotografie; dopo tanti anni sono purtroppo scarse le testimonianze di chi lo ha conosciuto direttamente.
Don Rocco viene ordinato sacerdote il 5 agosto 1901 e nel settembre 1919 partecipa alla fondazione della sezione gioiese del Partito Popolare (fondato a gennaio dello stesso anno da don Luigi Sturzo) insieme all'arciprete Giove, l'avvocato Sciscio, Marcellino Cassano e Vito Boscia.
Agli inizi del 1900 Gioia aveva una popolazione di circa ventimila abitanti e una sola parrocchia, la Chiesa Matrice, con una crescita notevole dopo la prima guerra mondiale, arrivando alle ventiseimila unità nel 1921. In quegli anni l'Arcivescovo di Bari mons. Giulio Vaccaro decide di elevare a parrocchia i nuovi quartieri cittadini che si stavano espandendo in direzione Est e Ovest, facendo costruire la chiesa di Santa Lucia e quella dell'Immacolata di Lourdes, entrambe completate nel 1919.
Don Rocco passiatore viene nominato primo parroco di santa Lucia il 3 febbraio 1920, incarico che porterà avanti per quasi quarant'anni.
I primi tempi non sono facili perché la nuova parrocchia non ha soldi e ci sono molti lavori da completare. Tra l'altro l'arciprete Francesco Paolo Giove si mostra contrario allo smembramento del territorio della Chiesa Madre e restio a cedere i suoi poteri sui territori delle nuove parrocchie e i relativi introiti.
Don Rocco Passiatore e don Sante Milano (parroco dell'Immacolata) sono costretti a rivendicare dall'arciprete il denaro necessario per il completamento delle loro parrocchie e i bisogni materiali dei fedeli.
Don Rocco si rivolge più volte anche al Comune, che il 18 maggio 1920 concede al parroco un sussidio di 150 lire per la costruzione della chiesa di S. Lucia che secondo il progetto originale avrebbe dovuto estendersi fno ai margini dell'attuale via Roma, soluzione accantonata per mancanza di fondi.
Nell'ottobre del 1924 don Rocco fa sistemare il sagrato della chiesa, arricchendola di arredi e suppellettili. Notevole l'altare in marmo policromo rappresentante la Sacra Famiglia sormontata dall'Eterno Padre, un trittico in cartapesta realizzato nel 1925 dal cav. Raffaele Caretta di Lecce a devozione dei coniugi Pavone. Di fronte troviamo un altro altare in marmo policromo che racchiude la statua del Cuore di Gesù e santa Margherita Alacoque, anch'esso realizzato nel 1925.
Nel 1929 il nuovo Arcivescovo mons. Augusto Curi effettua la visita pastorale a Santa Lucia.
Dal 24 novembre all'otto dicembre dello stesso anno i Padri Passionisti che predicano le Sante Missioni nella parrocchia, come ricordato dalla croce metallica posta in ricordo sulla facciata della chiesa.
Nel 1933 l'arciprete Francesco Giove ha una paralisi e viene costituito un direttorio per l'amministrazione della Chiesa Matrice e dei suoi beni, composto dai due parroci don Sante Milano e don Rocco Passiatore, da don Santino Milano, don Michele Buttiglione e don Leonardo Capurso.
Nel 1944 durante la visita dell'Arcivescovo Mimmi l'arciprete don Tosco denuncia rapporti tesi con gli altri parroci e lo scarso impegno pastorale di don Rocco, reo a suo dire di non essere prontamente accorso di notte, lasciando morire dei parrocchiani senza sacramento. Una accusa probabilmente infondata, di cui non troviamo ulteriori particolari o notizia di provvedimenti disciplinari per cui rimane avvolta nel dubbio e forse dovuta solo a rancori e gelosie personali.
All'epoca tutte le statue dei santi erano ospitate presso la Chiesa Matrice e venivano portate nelle altre parrocchie solo in occasione delle processioni; in pratica si svolgevano ogni volta tre processioni: dalla chiesa Madre a santa Lucia; la processione di santa Lucia; da santa Lucia alla chiesa Madre.
Don Rocco volle fortemente che la statua di santa Lucia potesse restare nella sua parrocchia, entrando in contrasto con i parroci succedutisi nella chiesa Matrice: prima don Nicola Tosco, poi don Franco Di Maggio. Solo con don Mimì Padovano ogni parrocchia ha potuto conservare le proprie statue.
Di sicuro i parrocchiani conservano un buon ricordo di don Rocco e della sua intensa attività pastorale, come testimoniato anche nel testo della sua pagellina funebre e in una pubblicazione realizzata dalla parrocchia in occasione del suo giubileo sacerdotale il 5 agosto 1951. Molti ricordano ancora la sua abitudine di donare caramelle ai chierichetti.
A settembre del 1951 muore don Sante Milano e anche don Rocco partecipa al funerale del confratello con cui ha diviso la difficile esperienza di far nascere una nuova comunità parrocchiale.
Don Rocco rimarrà parroco di S. Lucia fino al 26 giugno 1959, data in cui lascia il suo incarico a don Paolo Meliota.
Muore il 1 settembre 1963 e il suo corpo riposa nel cimitero di Gioia, con la semplice iscrizione "parroco di S. Lucia". I suoi eredi hanno donato alla Biblioteca comunale un centinaio di libri della sua biblioteca personale. In sua memoria il comune di Gioia ha intitolato la strada che costeggia il Teatro di Santa Lucia, da lui fatto costruire.



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